Lippi paladino della tv pulita Lanza: voleva solo più spazio

Dopo la rottura con Canale 5 invita a spegnere la televisione. Mediaset: poteva essere più costruttivo

Paola Manciagli

da Milano

«Se siete stanchi come me della tv volgare, quella che per fare audience organizza risse piene d’insulti e parolacce, spegnete la televisione tra le 17.30 e le 17.35 di domenica 12 novembre». Con un appello a tutti i telespettatori, Claudio Lippi dichiara apertamente guerra a Buona Domenica e a tutte le trasmissioni che lui definisce «spazzatura». In pratica, l’ex spalla del «Cangurotto» Massimo Lopez si schiera contro un tipo di televisione di cui è stato uno dei protagonisti. Anche se va detto che Lippi non è nuovo a lasciare i programmi in corso d’opera, come avvenne a Domenica in della stagione 2003-2004. Stavolta, dopo 28 anni di collaborazione con Mediaset, ha deciso di abbandonare il contenitore domenicale di Canale 5.
Ma ricapitoliamo i fatti. Durante la puntata del 22 ottobre Lippi, che per la prima volta quest’anno figurava anche tra gli autori di Buona domenica, ha lasciato il Ring, lo spazio dedicato all’incontro-scontro tra giornalisti e personaggi tv. Si è lamentato di non essere riuscito a intervenire durante la rissa scoppiata in diretta tra Vittorio Sgarbi e Rocco Casalino, uno dei concorrenti della prima edizione del Grande Fratello. E poi, sabato 28 ha diramato un comunicato nel quale annunciava di aver chiuso con la trasmissione di cui era colonna portante da otto anni, perché ormai era diventata un inno alla violenza e al turpiloquio. Il suo attacco era diretto a Cesare Lanza, autore e capo-progetto del programma. Il giorno dopo, nell’ultima puntata di Buona domenica, né Paola Perego né Lanza hanno detto una sola parola sulla vicenda. La replica di Mediaset è arrivata lunedì sera. In un comunicato, la Direzione risorse artistiche ha respinto le accuse al mittente: «Spiace che un professionista come Claudio Lippi abbia deciso di abbandonare, a poche ore dalla messa in onda, un programma importante con dichiarazioni ingenerose nei confronti di Buona domenica, Canale 5 e Mediaset». Tanto più che il conduttore «quest’anno per la prima volta come da sua richiesta» firmava come autore, «partecipando alla costruzione del programma sin dall’inizio». A Mediaset si sono proclamati dispiaciuti per il dissenso espresso in modo così traumatico dall’artista «senza cercare forme più costruttive per manifestarlo». La sera stessa Lippi è stato raggiunto da Valerio Staffelli che gli ha consegnato il tapiro d’oro di Striscia la notizia. Al microfono con Staffelli, ha soffiato sul fuoco definendo il collega Lanza un «Gabibbo mal riuscito». In ultimo, ieri mattina ha incontrato i giornalisti per lanciare il suo appello al pubblico, ma anche per dare la sua versione della vicenda. «Il comunicato rilasciato da Mediaset non è veritiero», ha sentenziato candido. «In queste cinque settimane di sofferenza ho sempre cercato di parlare non solo con il signor Lanza, ma anche con la Direzione risorse artistiche e persino con Pier Silvio Berlusconi, ma non sono stato ricevuto. Così ora lancio quest’appello, non si tratta di un gesto eroico o missionario. Voglio solo tornare a fare la tv che so fare». Una televisione «perbene», dice, come quella confezionata dai personaggi che gli hanno fatto arrivare sms di solidarietà, come Giorgio Gori, Magalli, Fiorello, Clemente Mimun, Tiberio Timperi, Fabrizio Frizzi, Platinette, Iva Zanicchi. A sostegno di questa sua missione ha aperto anche un sito www.claudiolippiunminuto.com, dove sarà possibile rispondere all’innocente domanda «Vi piace la tv della volgarità?». La risposta è in quella proposta di spegnere la tv per un minuto il 12 novembre prossimo. Sferzante la replica del Mulo, il Movimento degli utenti laici organizzati della Tv (www.mulotv.com): è «un minuto di silenzio per lavare la coscienza di un anziano conduttore che di volgarità televisiva ne ha frequentata tanta, troppa, fino a non poterne più». Altrettanto dura la risposta di Cesare Lanza, che già minaccia di fargli causa per gli insulti ricevuti tramite Staffelli.

La sostanza è che Lippi voleva solo più spazio per sé: «Dispiace che riversi le sue inquietudini sui colleghi di lavoro e sull’azienda. Fa sorridere che scopra di colpo, come San Paolo sulla via di Damasco, la verità dell’altra televisione». E lo liquida definendolo il «neo teorico della tv edulcorata».

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