Lipu: «No agli uccelli usati da richiami»

Lipu: «No agli uccelli usati da richiami»

Una grande campagna di denuncia e una petizione collettiva per ridare la libertà ai piccoli uccelli. Rapiti alla vita selvatica, imprigionati e costretti a cantare fuori stagione per attrarre i loro simili in agguati mortali da parte dei cacciatori. La Lipu si rivolge al Parlamento e chiede l'abolizione dell'utilizzo degli uccelli come esche vive per la caccia.
«I richiami vivi sono una piccola grande vergogna nazionale - dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia - il modo peggiore per accogliere la meraviglia della migrazione, in un Paese come l'Italia che, in questo senso, è invece preziosissimo per i grandi cicli della natura. Abolirli è un'impresa difficile ma niente affatto impossibile, se i cittadini continueranno a sostenerci e la politica farà la sua giusta parte».
La petizione Lipu ha chiuso con un grande successo: 50mila firme raccolte, anche online, col sito www.lipu.it. Chiusa la raccolta firme, la Lipu ha chiesto ai parlamentari di appoggiare la proposta di legge che potrebbe introdurre, nella legge 157/92, il divieto di cattura (e allevamento) degli uccelli a fini di richiamo.
I richiami vivi sono molto richiesti dai cacciatori, che li utilizzano durante la stagione venatoria per attirare con l'inganno e catturare altri uccelli: migliaia di allodole, tordi, cesene, merli, colombacci e pavoncelle sono strappati ogni anno alla vita selvatica e costretti a vivere per sempre in piccole gabbie, al buio, spesso in pessime condizioni igieniche e costretti persino a subire lo strappo delle penne, per indurre una muta artificiale.
«Gli uccelli costretti a fungere da richiami vivi - aggiunge Mamone Capria - sono sottoposti a tortura. Forse nemmeno nel Medioevo gli uccelli venivano maltrattati come lo sono nel 2014. Per questo la Lipu ha avviato questa importante petizione. In questi mesi abbiamo raccolto 50mila firme (tanti quanti sono gli uccelli selvatici catturati ogni anno per farne richiami vivi) ma ne potremmo raccogliere molte di più. Dopo l'apertura della procedura di infrazione comunitaria contro l'Italia (2014/2006) sul tema dei richiami, non c'è più tempo da perdere, dobbiamo salvare la vita degli uccelli ed evitare che l'Italia paghi multe severe che ricadono poi sui cittadini. Non possiamo più permettere che per il divertimento di poche migliaia di cacciatori, gli uccelli vengano ancora catturati con le reti e detenuti in maniera vergognosa. Sfido, chiunque, a trovare uno di questi uccelli in condizioni ottimali: sono uccelli violentati nella loro natura, che moriranno in pochi mesi o in pochi anni, perché non resisteranno a una sopravvivenza così ignobile. Chiediamo al Parlamento di fare un atto di grande civiltà: vietare la cattura di per farne richiami. Non ce lo chiede solo l'Ue, ma anche la nostra coscienza».


«L'Europa ha messo in mora l'Italia - puntualizza Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu-BirdLife Italia - perché la cattura degli uccelli selvatici e il loro conseguente utilizzo come richiami sono nettamente vietati dalla Direttiva».

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