Se il fronte solido e trasversale dei
multiculturalismo globalizzato, dai poteri forti della finanza
speculativa che idolatrano il dio denaro, passando da Barack Obama
l'imperatore dell'Occidente decadente vittima dei suoi debiti ma
incapace di rigenerarsi perché ha perso la propria anima, fino agli
zelanti esecutori accecati dall'ideologismo e appagati da briciole di
potere tra cui in Italia primeggia l'asse catto-comunista che ha avuto
nell'intesa tra Tettamanzi e Pisapia una manifestazione eloquente, è
riuscito nell'intentodi legittimare politicamente gli islamici radicali
in Medio Oriente spianando il loro avvento al potere una volta che
si sarà dissolta la coltre mistificatoria della cosiddetta «Primavera
araba», qui in questa Europa che non è neppure più in grado di
attribuirsi un'identità certa l'ideologia del multiculturalismo sta
ugualmente riuscendo nello stesso intento attraverso una strategia
che si fonda sulla diffusione capillare delle moschee.
Ecco perché non è un caso che in Italia sia nuovamente esplosa la moschea-mania. Era successo, guarda caso, dopo un' inedita intervista rilasciata dall'allora ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu a Radio Vaticana il 7 febbraio 2006, in cui parlò di «una evoluzione positiva del movimento dei Fratelli Musulmani in tutto il mondo che deve essere assecondata», proprio all'indomani della vittoria di Hamas alle elezioni nei Territori palestinesi e dell'ingresso di 88 deputati dei Fratelli Musulmani nel Parlamento egiziano. Fu quello l'inizio dello sdoganamento degli islamici radicali voluto da Bush e Blair. L'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), la sigla che in Italia s'ispira ai Fratelli Musulmani, annunciò un piano per la costruzione di una trentina di grandi moschee sull'insieme del territorio nazionale. L'impresa di maggior successo è stata l'avvio della costruzione della moschea di Colle Val d'Elsa, in provincia di Siena, con cupola e minareto, grazie alla generosità del Monte dei Paschi di Siena che ha complessivamente donato circa 600mila euro.
Si tratta di un caso
emblematico del sodalizio tra i poteri forti finanziari,
un'amministrazione comunale di sinistra, la Curia senese compiacente e
gli islamici radicali dell' Ucoii. Tuttavia, sia per abusi edilizi
acclarati sia per l'opposizione della cittadinanza che si difende a
suon di denunce civili e penali, la moschea
non è ancora agibile. Ed ora, dopo la decisione della nuova giunta
catto-comunista milanese di autorizzare la presenza di una moschea in
ciascun quartiere della città, le giunte al
potere a Bologna e a Firenze, anch'esse di sinistra, stanno
accelerando i tempi per la costruzione di moschee cittadine, mentre a
Torino la precedente giunta di Chiamparino aveva già deliberato
l'assegnazione di un edificio in via Urbino 5 all' Unione musulmani
d'Italia, gestita da Abdel Aziz Khounati, con un finanziamento di 1,2
milioni di euro del governo marocchino. Ha avuto l'avallo del ministro
degli Esteri Frattini e un silenzio interpretato come assenso del ministro dell'Interno Maroni.
Così come a Milano sono stati due cattolici di sinistra, il
vicesindaco Maria Grazia Guida, e l'assessore Marco Granelli, a
concepire il modello della «moschea diffusa » in ogni quartiere
cittadino, a Bologna è sempre una cattolica, l'assessore al Welfare
Amelia Frascaroli, presentatasi alle recenti elezioni comunali nella
lista Sel di Vendola, ad aver sposato il modello milanese: «Serve più
capillarità, ogni comunità religiosa dovrebbe avere luoghi
di culto accessibili a tutti. Anche per i musulmani è giusto pensare a
un percorso che istituzionalizzi e regolarizzi tante mosche quante le
comunità islamiche riterranno necessarie».
Nella Firenze del
sindaco cattolico di sinistra Matteo Renzi si sta invece seguendo un
«percorso partecipativo», gestito da una «commissione di garanti» che
dovrebbe essere formato da una decina di «saggi» atti a deliberare la
fattibilità o meno di una mega-moschea da costruire in città, che
sarebbe poi affidata e gestita all' Ucoii rappresentata dal suo
presidente nazionale Izzedin Elzir.
Ebbene proprio il caso di Firenze cela la prudenza con cui Renzi si sta muovendo, nella consapevolezza che le moschee, a differenza delle chiese e delle sinagoghe, sono una realtà problematica.
Dato che è effettivamente così, dico che prima di consentire la costruzione di nuove moschee dobbiamo innanzitutto accertare che gli oltre 900 luoghi di culto islamici presenti in Italia operino nel pieno rispetto della legge e, in secondo luogo, assumere la consapevolezza che le moschee non possono essere imposte ai cittadini ma devono essere oggetto di un referendum consultivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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