«Se i tagli al Fondo unico per lo spettacolo annunciati dal governo dovessero essere confermati, ciascuno di noi che abbia responsabilità nelle istituzioni culturali, avrà lobbligo di pensare al futuro della cultura in Italia evitando la tentazione di chiudersi entro i confini della propria realtà». Un monito, tra i molti interventi di questi giorni, arriva anche dal sovrintendente della Scala, Stéphane Lissner. Che, però, si concede lapertura di uno spiraglio. «Speriamo che il governo possa trovare una soluzione che non comprometta gli sforzi di tutti gli attori della cultura in Italia. Dal loro annichilimento non deriverebbe alcun vantaggio per nessuno e anni di lavoro sarebbero messi in discussione». Unarringa davvero accorata. «In Italia - le parole di Lissner - il patrimonio artistico è così strettamente legato alle risorse economiche da consigliare e anzi pretendere scelte controcorrente: la cultura e le arti dovrebbero essere portate sullaltare. LEuropa intera non può essere solo lEuropa delleconomia: per continuare a testa alta il suo cammino nella storia, deve darsi progetti culturali e sostenerli fino in fondo. LItalia, per limmensa ricchezza del suo patrimonio artistico, è chiamata a dare lesempio. Da sempre lo sviluppo della società è legato agli artisti che interrogano il mondo ponendo domande su quel che noi siamo. E se queste domande sono scomode, capaci di sollevare dubbi e perfino creare divisioni, a maggior ragione sono necessarie: stimolano la riflessione e ci aiutano a superare le difficoltà. Ci consentono di evolverci». Il dialogo con gli artisti, quindi, secondo Lissner, «è un cemento sociale indispensabile. È un dovere civico difenderlo ed è responsabilità della politica garantirlo».
Intanto il consiglio di amministrazione dellAssociazione Orchestra Filarmonica della Scala ha deliberato allunanimità di proporre allassemblea dei soci, convocata per il 19 ottobre, lavvocato Cesare Rimini quale nuovo presidente.
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