Una lista contro noi ebrei non riuscirà mai a zittirci

Quando Ilan Halimi scomparve il 21 gennaio 2006 dal negozio dove lavorava, si indagò per ogni dove: una pista di donne, una di droga, una di sporchi commerci. Nessuno cercò quel ragazzo ebreo di 24 anni dove avrebbe dovuto cercarlo: in una banlieue dove per 24 giorni un gruppo di estremisti islamici antisemiti lo torturò fino a ucciderlo. Stavano uccidendo il loro ebreo, lo credevano ricco quel commesso di un negozio di forniture elettroniche, chiedevano un riscatto impossibile per una mamma che ho abbracciato quando mi ha detto: «Nessuno mi ha creduto quando spiegavo che dovevano seguire la pista antisemita». Eppure già si assalivano nelle strade di Europa le ragazze con la stella di David al collo e gli uomini con la kippà, già si gridava «Hamas hamas gli ebrei al gas» nelle strade di Londra e di Berlino, le edizioni del Mein Kampf e dei Protocolli dei Savi di Sion vomitate sui mercati europei da importatori mediorientali diventavano popolari come le serie televisive in cui un ebreo faceva togliere gli occhi a una bambina musulmana per trapiantarli su un ragazzino ebreo. Già si sapeva che gli incidenti antisemiti insieme, e mai disgiunti per il modo e per il contenuto, da quelli antisionisti, crescevano fino a superare quelli precedenti al 1939, e che da noi il 54% degli italiani pensa qualcosa di poco piacevole degli ebrei.
Ma l'antisemitismo è nella mentalità comune una bazzecola da ridere: chi è quel demente, dice il comune buon senso, che dopo Hitler può pensare che sussistano le teorie della cospirazione sugli ebrei che vogliono dominare il mondo, la demonizzazione dei giudei devoti al male, che permanga la mitomania di un potere esclusivo, sovrannazionale, ricchissimo, volto a dominare il mondo? Eppure quel demente è qui con noi, accanto a me che sto in quella lista demenziale. Si adopera come un Golem rincretinito, un Frankestein ubriaco che però sa usare la scala mondiale di Internet, e così io faccio parte di una congiura per dominare il parlamento italiano, sono un agente del Mossad, sono un settler finanziato dal governo israeliano, sono una parte della cospirazione che ha distrutto le Twin Towers, odio gli arabi, odio i poveri, i bambini, odio la libertà di opinione…odio tutti. Sono una pedina e anche una burattinaia giudeoplutomassonica, sono israelo-americana e dominerò il mondo schiacciando degli innocenti con uno stato di apartheid la cui preferenza va a uccidere i bambini. Sono anche una riccona, una diabolica cospiratrice, un'essere ignobile che in una parola, è degno di morire. E' la delegittimazione che attacca oggi frontalmente gli ebrei e lo Stato d'Israele. La mia faccia «deve essere cancellata» dicono sul loro sito dove mi mettono in fila con tanti amici e anche con tante persone di cui non condivido le idee, e lo ripetono senza tregua in tante occasioni, come quando un loro leader, che non nomino, su internet si chiede «Cosa fare alla Nirenstein» e risponde che ci vorrebbe un volontario kamikaze per sistemarmi. La Commissione per l’Indagine contro l’Antisemitismo della Camera che ho contribuito a fondare è ritenuta, sullo stesso sito, una longa manus filosionista e tutti i suoi membri, uno a uno, sono nel mirino.
E' un decennio preciso che mi accompagnano alcuni bravi poliziotti, io so sulla pelle che cosa è l'antisemitismo odierno. Per prima cosa, è ciò che era: si serve dei medesimi «Protocolli» e degli altri testi base di costruzione della Shoah. Si è aggiornato con la Carta di Hamas, con Ahmadinejad, con una messe infinita di antisemitismo mediorientale che si è mescolato a quello neonazista, e fa un tutt'uno. La demonizzazione degli ebrei e di Israele si serve degli stessi stereotipi che ho elencato prima. IL restyling di certi temi classici sotto forma di esaltazione «liberal» dei diritti umani, per esempio la continua, ossessiva denigrazione d'Israele che l'Onu compie da quando definì il sionismo «razzismo», ricicla vecchie idee eliminazioniste. Ma queste idee sono sempre più esposte dai loro portabandiera: Ahmadinejad promette di distruggere gli ebrei, e in Europa, ormai gli si fa eco.
Per chi avesse qualche interesse a sapere come mi sento, il mio animo è tranquillo. Non credo che riusciremo a battere l'antisemitismo, mai. L'antisemitismo è un problema dell'antisemita, non mio. Io lo combatterò perché non mi danneggi, non perché si redima. Nella bildung gli ebrei tedeschi immaginarono di integrarsi e spegnere il fuoco antisemita, gli ebrei fascisti sperarono di acquietarlo, gli ebrei liberal immaginano che quanto più pacifisti si mostrano tanto meno l'antisemitismo li tormenterà. Anche il sionismo ha immaginato che piegandosi a una ipotetica normalizzazione l'antisemitismo venisse fermato, o almeno mitigato. E' stato un fallimento.

Contro l'antisemitismo vale solo la lotta frontale delle idee, vale l'integrità di un'identità che da più di 4000 anni costruisce l'idea della responsabilità dell'uomo di fronte a un Dio unico e invisibile, plasma una società di vita e di diritti umani, e oggi ha costruito, dopo indicibili sofferenze, un piccolo Stato democratico. Peccato per gli antisemiti, è bellissimo essere ebrea.

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