Giannino della Frattina
da Milano
Potrebbe essere il primo sindaco donna di Milano. E impedire a Bruno Ferrante, lex prefetto camaleonte trasformatosi in poche ore da rappresentante del governo in candidato del centrosinistra, di diventare il primo sindaco meridionale sotto le guglie del Duomo. «Per linvestitura ufficiale di Letizia Moratti a candidata del centrodestra è solo questione di ore», assicura Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di Forza Italia. La sponsorizzazione del premier Silvio Berlusconi e il pressing dei partiti hanno ormai fatto breccia. E il lavoro al ministero, con i soldi per attuare la sua riforma ormai in cassaforte, quasi ultimato. Troppo facile pensare che lannuncio ufficiale sarà lunedì, presente lo stesso Berlusconi, alla cena allamericana organizzata per raccogliere i fondi per le prossime campagne elettorali, politiche e amministrative. Mille euro costa sedersi al tavolo ed eventualmente assistere allinvestitura in diretta. Che, però, potrebbe anche slittare di qualche giorno. Magari a mercoledì o giovedì, quando il maxiemendamento alla finanziaria sarà stato votato.
Ma sul tavolo cè anche dellaltro. Venuto ancor più a galla allindomani del vertice di Palazzo Chigi di mercoledì in cui gli alleati hanno dato il via libera alla candidatura. Cerano, oltre a Berlusconi, il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, il sottosegretario Gianni Letta e vari leader politici, dal ministro leghista Roberto Calderoli al segretario dellUdc Lorenzo Cesa. Tutti daccordo sul nome, un po meno sulle modalità della corsa. A suscitare i dubbi maggiori la richiesta della Moratti di allestire una sua lista personale. Anzi, come qualcuno fa notare, «familiare». Composta, cioè, da personalità milanesi che fanno riferimento ai Moratti, famiglia dalla solida tradizione imprenditoriale e molto influente in città. Volontariato, solidarietà, università, associazioni, impresa, forse anche uno sportivo. Magari un calciatore di Inter o Milan. Un vasto mondo in cui pescare personaggi in grado di convincere il mare magnum degli indecisi, un 25 per cento degli elettori milanesi, secondo un recente sondaggio. Un modo, confida un uomo molto vicino alla Moratti, per rimarcare la volontà di affrontare lavventura da sindaco con le mani il più possibile libere dai lacci e lacciuoli solitamente imposti dai partiti.
Tema spinoso, dunque, quello del ticket personale. Contro cui ha recentemente sbattuto anche un pezzo grosso come il governatore della Lombardia Roberto Formigoni. A cui fu impedito di creare una squadra di riformisti e appartenenti alla società civile in appoggio alla sua corsa alla presidenza della Regione. «Con la lista personale - confida un dirigente locale - Forza Italia potrebbe magari rimetterci uno o due punti. Ma questo non è importante, fondamentale è che la coalizione vinca le elezioni». Posizione conciliante, non da tutti condivisa. Né in Forza Italia, né nei partiti della Cdl. Che, per confermare la totale disponibilità ad appoggiare il ministro, sono invece pronti a inserire la dicitura «per Moratti» nei singoli simboli.
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