L'Italia del rugby si prepara alla sfida con l'Australia: «Sarà bella e difficile»

A sei giorni dal match contro i Wallabies, gli azzurri si rilassano giocando a palle di vernice. Unica speranza, fare la partita della vita.

Curosità dagli antipodi, dove la febbre da Mondiale - in un paese come la Nuova Zelanda, dove il rugby è una monocultura quasi ossessiva - sta salendo sempre di più.
1) Età dei giocatori: la squadra australiana sarà in assoluto quella con l'età media più bassa. Nonostante il veterano Radike Samo di 35 anni, l'età media degli australiani è esattamente di 25 anni e 363 giorni. I più vecchi sono invece gli irlandesi con la media di 29 anni e 34 giorni. Francia, Sudafrica, Inghilterra e Nuova Zelanda si assestano tutte a una media di 28 anni tra i loro giocatori.
2) Tongani scatenati: migliaia di sostenitori della nazionale di rugby di Tonga, che venerdì giocherà la partita inaugurale all'Eden Park contro la Nuova Zelanda, hanno bloccato le vie di Auckland con scene d'incredibile entusiasmo per l'arrivo in città della loro squadra. La circolazione è rimasta paralizzata durante il tragitto dall'aeroporto all'albergo del bus con i giocatori, che i tifosi hanno seguito nonostante fosse scortato dalla polizia. Poi la gente è rimasta in strada ad eseguire canti e balli inneggianti a Tonga. Qualcuno ha accennato anche qualche passo della 'siva taù, la danza guerriera che i rugbisti tongani eseguono prima di ogni loro partita. Per capire il fenomeno bisogna sapere che i tongani - come i loro cugini del Pacifico, ovvero figiani e samoani - in Nuova Zelanda costituiscono il tessuto del sottoproletariato urbano, e che il rugby è l'unico possibile canale di riscatto.
3) Azzurri a palle di vernice: nel ritiro di Nelson, che sarà la casa base degli azzurri per tutta la prima fase del torneo (modo scaramantico di ipotizzare che si possa arrivare ad una seconda fase) la nazionale italiana si è rilassata oggi giocano a paintball, una disciplina il cui scopo è eliminare l'avversario colpendolo con delle palline di gelatina riempite di vernice vivacemente colorata. Con l'Australia, il prossimo 11, la faccenda sarà meno spensierata: «Stiamo entrando nel vivo della competizione - ha detto Alessandro Troncon, quattro anni fa mediano di mischia azzurro ed oggi tecnico dei trequarti - e l'impegno sul campo diventerà nei prossimi giorni sempre più importante e mirato alla gara di domenica contro i Wallabies".

"La squadra sta bene, c'è qualche acciacco che per i rugbisti è inevitabile ma anche chi nelle ultime settimane si è allenato a parte sta rientrando nel gruppo. Sicuramente abbiamo già parlato di come affrontare la partita con l'Australia a livello strategico: posso solo dire che siamo consapevoli di giocare contro la squadra più forte del torneo insieme alla Nuova Zelanda».

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