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Scorrano, nel paese delle luminarie tra fede ed economia

Scorrano è la città delle luminarie: questa tradizione artigiana proviene però da un forte legame con la fede cristiana e la santa patrona Domenica di Tropea

Scorrano, nel paese delle luminarie tra fede ed economia

Il comune di Scorrano, in provincia di Lecce, ha la denominazione di “città delle luminarie”. Questa fama è dovuta al fatto che questo piccolo borgo, che da un lato basa la propria economia sulla trasformazione di peperoni e altri ortaggi e su un’ottima produzione vitivinicola, possiede una grande “industria” di luminarie, amate, ammirate ed “esportate” in tutto il mondo. Dai Paesi Arabi all’Asia, da ogni parte del globo si contattano le tre aziende del territorio per gli allestimenti delle feste.

Quella delle luminarie non è di fatto un’industria, ma un’attività artigianale perlopiù, che coinvolge ampie fasce di popolazione, sia dal punto di vista emozionale e della fruizione del prodotto finito che dal punto di vista occupazionale, e che si svolge in fase di progettazione esattamente come avveniva in antichità, ma con uno sguardo attento alle nuove tecnologie, in particolare dal punto di vista del risparmio energetico.

Le luminarie

Le luminarie sono strutture in legno che riproducono architetture fatte di luci coloratissime. La loro funzione iniziale non era solo quella di illuminare piazze e strade di paesi e città in occasione di una festa, ma soprattutto di rompere, attraverso un gioco di illusioni ottiche, la prospettiva consueta dello spazio urbano.

Questo è vero dal punto di vista tecnico, ma c’è una ragione prettamente spirituale per cui le luminarie sono diventate nel tempo molto amate e apprezzate per festività religiose, come il Natale, la Pasqua e naturalmente i giorni dedicati ai santi patroni.

Le strutture che vengono realizzate sono di diversi tipi:

  • il frontone, una parazione centrale e frontale per una strada o una piazza;
  • la spalliera, una parazione laterale;
  • il rosone, un elemento rotondeggiante che ricorda i rosoni delle chiese, soprattutto quelle barocche;
  • la galleria, ossia l’unione di più elementi luminaristici a formare un corridoio chiuso sui lati e verso il cielo;
  • la cassarmonica, che serve a ospitare il concerto bandistico di turno e possiede particolari caratteristiche di amplificazione sonora naturale.

A Scorrano, dove la progettazione e la realizzazione avviene come da tradizione, si esegue il disegno su carta o computer - ma un tempo poteva avvenire anche direttamente sull’asfalto, per poi passare alla costruzione dello scheletro e il montaggio delle lampadine, che oggi sono esclusivamente a led, ma anticamente i lumi erano a olio.

Una delle più moderne tradizioni delle luminarie di Scorrano è legata al rito dell’accensione: nell’ora clou della festività, quando il sole è già tramontato da tempo, va in scena l’accensione musicale, per cui le luci delle paragoni si illuminano progressivamente seguendo il tempo di una canzone scelta dai progettisti.

La festa di santa Domenica

Santa Domenica

Se le luminarie rappresentano indubbiamente una fonte di creazione artistica folkloristica, non bisogna sottovalutare il ruolo della fede religiosa: le luminarie sono una commistione indissolubile tra sacro e profano. Soprattutto quando si tratta della santa patrona di Scorrano, santa Domenica di Tropea, la “santa della luce”.

Santa Domenica visse tra il 287 e il 303, ossia ai tempi dei sanguinari imperatori Diocleziano e Massimiano. Domenica, secondo l’agiografia cristiana, fu una giovane piena di fede che venne sottoposta a martirio: fu dapprima messa in un’arena con dei leoni che subito diventarono mansueti e la risparmiarono e poi venne decapitata.

Tra le varie leggende che vedono protagonista la santa, c’è un avvenimento miracoloso proprio legato alla città di Scorrano. Nel XVII secolo in molte zone d’Italia infuriò la peste e anche questo piccolo centro non ne fu esente. Santa Domenica venne implorata da un’anziana donna, il cui figlio malato rischiava la vita: la santa apparve in sogno alla donna, chiedendole di accendere una luce e di posizionarla fuori dalla finestra. Così fece, e così fecero tutti i suoi concittadini: fu in questo modo che la peste rimase fuori da Scorrano e non vi fece più ritorno.

Era la notte del 6 luglio, giorno in cui ricorreva il martirio di Domenica, che oggi viene festeggiata ogni anno con imponenti luminarie.

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