L'Italia va sotto ma risorge Rossi più De Rossi: 3-1

Gli azzurri in 11 contro 10 vanno sotto, ma la ripresa è un'altra musica: convincente esordio in Confederations Cup. I brasiliani vincono 4-3 al 90': rigore di Kakà segnalato "in cuffia" all'arbitro

L'Italia va sotto ma risorge 
Rossi più De Rossi: 3-1

Pretoria - Servono due a cui gli Stati Uniti dicano qualcosa. Giuseppe Rossi, che in America ci è nato. Daniele De Rossi, che con la nazionale a stelle e strisce aveva rimediato un'espulsione da bullo di periferia a Germania 2006 ("La partita più brutta della mia carriera" l'aveva definita alla viglia). L'Italia in (orrendo) azzurro Savoia fatica tutto un primo tempo a capirci qualcosa di questa inizianda Confederations Cup. Pirlo gira a vuoto. Iaquinta corre, e basta. Gilardino punge, ma da 40 metri e non fa male a nessuno. De Rossi in nazionale non sembra neanche lui. Camoranesi ha qualche ideuzza, ma è irritante. Gli Stati Uniti sono quelli del Mondiale: compatti, concreti. Poca qualità, ma quadrati e difficili da passare. Stavolta in 10 ci restano gli americani (espluso Clark per una brutta entrata su Gattuso), ma non se ne accorgono neanche. Chiellini stende Altidore in area, Buffon i rigori non li ha mai digeriti e Donovan manda gli Usa al riposo in vantaggio per 1-0.

Arrivano i... Rossi Nel secondo tempo l'Italia sembra un'altra. Decisa, precisa, con un sacco di idee. Pirlo, senza più l'uomo addosso, ha tempo di impostare e di dettare i tempi del gioco azzurro. Sulle fasce Zambrotta e Grosso iniziano a spingere da campioni del mondo. La squadra ingrana, tutta insieme. Complici gli ingressi di Montolivo (per Camoranesi) e di Rossi (per Gattuso). Proprio l'italiano d'America infila la palla del pari. Possesso strappato dai piedi di Feilhaber: botta di sinistro da fuori area e 1-1. Non passano 10' e l'Italia colpisce ancora da lontano. De Rossi, di destro questa volta, incrocia da 25 metri: Onyewu e Howard vanno a vuoto, è 2-1. Gli azzurri chiudono da dominatori e tocca a Pirlo la pennellata di classe. Palla ricevuta sulla fascia laterale: finta su Spector, corsa fino alla linea di fondo, ingresso in area a testa alta e  suggerimento morbido ancora per Rossi che dal centro dell'area al volo, di destro stavolta, batte Howard per il 3-1.

La dedica alla famiglia in Usa Giuseppe Rossi, cuore ingrato è nato a Teaneck, nel New Jersey, ma segna due gol per l'Italia proprio agli Usa. Così il numero 17 azzurro, subito protagonista in Confederations Cup, appena finisce la partita ha una dedica speciale. "Sono contento per il risultato e per la doppietta - dice Rossi -. A chi dedico i gol? Alla mia famiglia che sta guardando la partita in tv in America. Quando sono entrato la squadra stava soffrendo - aggiunge -: è stata una partita difficile, gli Usa sono tosti, corrono e lottano molto, ma nel secondo tempo erano stanchi e per noi c'é stato più spazio. Ora possiamo fare un gran torneo".

Lippi soddisfatto "Abbiamo giocato le nostre carte, come sempre. Inizialmente abbiamo sofferto la loro dinamicità e forza. Forse abbiamo sentito troppo questa partita e avevamo poca lucidità". E' questa l'analisi a caldo di Italia-Usa fatta da Marcello Lippi subito dopo la fine del match, dai microfoni di RaiSport. "Il loro calcio di rigore ci può stare - aggiunge Lippi - poi però la mia squadra ha giocato e creato occasioni. Sono contento per Rossi che ha fatto due gol. E' determinante il fatto che sia rimasta intatta la nostra forza del gruppo - conclude il ct -: il cuore questa Italia ce l'ha di sicuro".

Brasile, che fatica Sembrava una formalità. Come per la Spagna con la Nuova Zelanda. Pronti via, Kakà gol e non se ne parla più. Ma l'Egitto ha giocatori che fanno la differenza in Europa. E si vede. Zidan (come Zinedine, senza la e finale, più centravanti dell'ex idolo delle folle francese) si carica i campioni d'Africa sulle spalle e spaventa il Brasile del neo merengue Kakà e di Dunga timido e sulle ginocchia già dopo 20'. Soltanto un rigore al 90' (sciagurato colpo di mano del difensore egiziano El Mohamadi sulla riga di porta per fermare un tap in di Lucio) dà il via libera alla nazionale verdeoro nel primo match del girone B (quello dell'Italia) della Confederations Cup iniziata ieri in Sudafrica. Un rigore che l'arbitro inglese non aveva neanche visto. Webb segnala calcio d'angolo, ma grazie a una sceneggiata del difensore egiziano c'è tempo per un colloquio in interfono con il quarto uomo: che, occhi sulla moviola tv, indirizza Webb. Niente corner, è rigore.

Doppietta di Kakà Dunga conferma la formazione che ha sconfitto l’Uruguay, ma i risultati non sono soddisfacenti. Pato per scelta tecnica e Maicon ancora non al top restano in panchina. Passano cinque minuti e Kakà festeggia il primo gol da galactico: riceve palla al limite da Dani Alves, beffa due difensori in palleggio e di destro batte El Hadary. L’Egitto ha una buona reazione e pochi minuti dopo ristabilisce la parità: Aboutrika va sul fondo e mette in mezzo per Zidan, che di testa batte Julio Cesar. La squadra di Dunga fa possesso palla ma non riesce ad aprire varchi. E pur senza brillare chiude il primo tempo con due gol di vantaggio. Al 12’ Luis Fabiano gira in porta di testa una punizione battuta sulla trequarti da Elano e regala il 2-1 ai suoi. Juan fa le prove generali del gol al 24’, quando sale a colpire di testa su un corner senza trovare lo specchio della porta. Il difensore della Roma ci riprova al 37’ e stavolta fa centro: angolo dalla destra di Elano e zuccata del 3-1. L’Egitto è tutt’altro che arrendevole e in avvio di ripresa piazza un micidiale uno-due che riporta il Brasile sulla terra.

I "faraoni" accorciano al 54’ con Shawki, che conclude un splendida azione di contropiede con un destro piazzato. Un minuto dopo Aboutrika serve Zidan dopo un dribbling secco: doppietta e il pareggio degli egiziani. Dunga corre ai ripari gettando nella mischia Pato al posto di uno spento Robinho. Ma si salva al 90’ su rigore.

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