Prima litigano per una questione di viabilità, poi si insultano per un bel po usando le radio, infine uno dei due camionisti decide di passare alle maniere forti. Affianca il «nemico» fermo a un semaforo rosso, tira fuori un fucile da caccia a canne mozze e spara un colpo. La vittima viene investita dalla rosata, pallini, da passero, buon per lui, lo colpiscono al volto, al torace e alle braccia, ma non per fortuna in punti particolarmente sensibili come gli occhi: guarirà in una ventina di giorni. E mentre lo sparatore si dileguava, allaltro camionista non è rimasto che chiamare i soccorsi.
La baruffa inizia verso le 10.30 a Lacchiarella. Domenico M., 33 anni, nato a Reggio Calabria ma residente in provincia di Novara, è a bordo della sua cisterna carica di benzina quando mette a litigare con uno sconosciuto collega, per motivi di viabilità. I due contendenti non si fermano, ma usano il «baracchino», radio ricetrasmittente spesso presenti su questi bisonti della strada, per scambiarsi i soliti, per altro facilmente intuibili, convenevoli.
Il diverbio prosegue per 4/5 chilometri fino a Santa Corinna di Noviglio, dove Domenico M. è costretto a fermarsi a un semaforo. Laltro lo affianca rendendosi protagonista di un episodio degno di un film americano «on the road». Il «canne mozze», il colpo sparato al volto, per uccidere, poi la fuga.
Il ferito chiama i soccorsi, intervengono i carabinieri della compagnia di Abbiategrasso diretti dal capitano Paolo Palazzo che vanno a sentire la vittima ricoverata allHumanitas di Rozzano. Luomo racconta tutto quello che ricorda, il modello del mezzo, forse qualche numero di targa, insomma indizi utili per risalire al mancato omicida. Poi viene affidato alle cure dei medici. Per fortuna la rosata lha centrato in pieno, ma senza colpire punti nevralgici. Pallini dappertutto, volto, torace, spalle braccia, ma per fortuna non agli occhi.
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