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Litiga con la fidanzata, si vendica massacrandole la cagnolina

Un giovane imprenditore bergamasco, in Romagna per un concorso ippico, denunciato per le terribili sevizie al cane, che l'hanno portato alla morte

Litiga con la fidanzata, si vendica massacrandole la cagnolina

Campagne contro la vivisezione, campagne contro l'abbandono, campagne contro l'idiozia umana che si accanisce sugli animali. Poi puntualmente arriva il giorno in cui tutto appare inutile, anzi assurdo. Storie che l'estate propone a ritmo continuo, ogni volta con l'aggiunta di qualche dettaglio più crudele.

Stavolta tocca al "Corriereromagna.it" occuparsi di un caso davvero ai limiti. Protagonista un imprenditore bergamasco di 33 anni, grande appassionato di cavalli, sceso nella riviera romagnola con la fidanzata per partecipare a un concorso ippico. Viaggiano in camper, lei si porta dietro l'adorata cagnolina Gina, un jack-russel di dieci anni.

L'incredibile vicenda è ancora da ricostruire nei particiolari, ma i carabinieri di Cattolica hanno già le idee chiare. Succede che di sera lui litiga con la ragazza e probabilmente anche in preda a una sbornia finisce per accanirsi sulla cagnetta, fino a ucciderla. Dopo averla picchiata e torturata la chiude in un sacco e le dà fuoco.

L'episodio l'altra notte nelle campagne di San Giovanni in Marignano. L'uomo nega tutto, ma come raccontano i cronisti locali, la prima a non credergli è proprio la fidanzata, ora ex, che ha già sporto denuncia.

Secondo una prima ricostruzione, "la breve vacanza si è trasformata in un incubo quando la ragazza, al risveglio, non si è vista il cane scodinzolarle attorno, come sempre. Il fidanzato ha fatto il vago: vedrai che torna. Lei però si è insospettita: la sera prima aveva visto l'uomo un po' su di giri e quando si era addormentata lui era ancora fuori dal camper, forse alle prese con una sbornia da smaltire".

L'orrore è esploso quando lei, dopo un paio d'ore di ricerche, ha ritrovato il jack russell agonizzante in un campo. Il cagnolino era stato picchiato, torturato con una specie di forcone e poi rinchiuso in una busta di plastica. Infine il responsabile delle sevizie gli aveva dato addirittura fuoco. Coperta di ustioni in ogni parte del corpo, la plastica fusa della busta attaccata a quel che restava del pelo, la povera bestia è morta nell'ambulatorio del veterinario chiamato a soccorrerla.

La ragazza è scoppiata in lacrime e con lei tanti partecipanti al concorso ippico. Il 33enne, a quel punto, se l'è pure vista brutta, e per un po' è sparito dalla circolazione. La ragazza, che dubbi sul colpevole non ne ha, si è subito trasferita in albergo e ha deciso di denunciare il compagno. Toccherà a lui, adesso, fornire spiegazioni convincenti ai carabinieri su una nottata finita completamente fuori controllo.

Intanto la rabbia si è scatenata su Facebook e almeno 1000 persone hanno chiesto che l'uomo sia radiato dalla Federazione Sport Equestri. Si sostiene che non si possono amare i cavalli e arrivare a certi punti con un povero cane. Elementare, come considerazione.

Impossibile però spiegarlo a certi soggetti: l'estate degli ac-cani-menti, già funestata dalla brutale lapidazione di un povero cane pastore sugli alpeggi del Bresciano, registra un nuovo salto di qualità. Umani sempre più disumani. E non c'è campagna che tenga.

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