Litigio a sinistra sulle moschee di quartiere

Già ai ferri corti. Il vicesindaco Maria Grazia Guida contro il capogruppo del Pd Carmela Rozza. Ruggini mai sopite che già riemergono al solo parlar di moschea, la prima vera curva affrontata dalla giunta Pisapia. E le due prime donne si affrontano in un duello rusticano. «Io avrei evitato di farne un caso estivo», aveva commentato dalle colonne del Corriere la Rozza. Una che di quartieri e di periferie se ne intende. E molto. Tanto che in molti, anche visto il pieno di preferenze, avevano pensato a lei per un incarico da assessore. «La consigliera Rozza - le ha replicato piuttosto dura il vicesindaco - probabilmente non ha capito la portata del dialogo che abbiamo riaperto». Non solo. «È vero anche che in questi giorni non tutti sono presenti nella quotidianità - ha aggiunto la Guida - Noi abbiamo condiviso l’esigenza del rispetto della libertà dei luoghi di culto che è un elemento importante, perché nella cultura di tutti i giorni ci deve essere il rispetto di tutti i culti religiosi». L’agenda? È già pronta. «Partiremo a settembre facendo un censimento di quello che esiste e sostenendo la messa in regola dal punto di vista della sicurezza di questi spazi. Non abbiamo parlato di moschee, in Italia ne esistono soltanto due, gli altri sono luoghi di culto. Ma come tali devono essere rispettati».
Pronta la replica della Rozza. «Io non avrò capito la portata del dialogo con gli islamici, ma sono consapevole dell’importanza del dialogo con tutta la città». Il diritto di culto? «Bisogna dare risposte a tutti. Ma per farlo bisogna discutere con le zone e con i quartieri. Credo che il dialogo sulla questione dell’Islam e della moschea, a Milano, si debba aprire anche e soprattutto con tutti i cittadini milanesi. Credo sia necessario dare risposta al diritto di culto di tutte le religioni. Ma non è in discussione questo. In discussione c’è il fatto che tutta la comunità cittadina convenga sulle scelte e sulle modalità. Non c’è niente di strano nel chiedere che si apra il dialogo con le zone e con i quartieri, prima di fare le moschee».
Parole non condivise dall’assessore e capo delegazione del Pd Stefano Boeri. «Benissimo ha fatto la giunta ad aprire un confronto con le comunità islamiche». Perché bisogna «dare spazi dignitosi e sereni alla preghiera dei milanesi e chiudere i luoghi indegni di ospitare il dialogo con tutte le dimensioni del sacro che una grande città ospita». Scelte, continua Boeri, che «dovrebbero essere condivise da tutte le culture politiche.

Eppure, a Milano per anni si sono tollerate le catacombe, luoghi insicuri per chi le abita e per chi vive nei loro pressi. Non c’è tempo da perdere, per tornare nel mondo normale». Per il leghista Alessandro Morelli «sulla moschea la sinistra finge di essere divisa, ma alla fine hanno già deciso. La vogliono fare. E Boeri lo conferma».

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