ll referendum fa saltare le «nozze dell’acqua»

ll referendum fa saltare le «nozze dell’acqua»

«Chiederemo subito a chi di dovere di prendere in esame l'esito del voto referendario». Lo ha detto Luigi Grillo, senatore del Popolo delle Libertà, nel corso del vertice di ieri mattina alla Spezia dove i maggiorenti del Pdl levantino hanno fatto il punto della situazione dopo la vittoria del sì in materia di acqua pubblica. Le urne secondo gli azzurri non possono non avere strascichi diretti sulle tasche degli utenti (taglio degli aumenti) e sull'aggregazione con Hera, l'holding bolognese quotata in Borsa e partecipata dai privati che da tempo sta flirtando con Acam, l'ex municipalizzata spezzina. Quelle nozze se non a rischio di certo sono da rimodulare per il centrodestra. «Bisogna bloccare subito l'aumento delle bollette del 7% visto che il referendum ha cancellato proprio questa parte - ha detto Oreste Micacchi, capogruppo in consiglio provinciale - e restituire i soldi agli utenti».
E gli azzurri hanno pronte una serie di iniziative per tenere alta l'attenzione sull'argomento sin dai prossimi giorni. Una mozione sarà presentata in tutti i consigli comunali dello Spezzino a partire proprio dal capoluogo di provincia per dare l'alt agli aumenti. «E' necessario riunire subito l'Ato (Ambito Territoriale Ottimale) per ridefinire le tariffe del servizio idrico abolendo quella percentuale di incremento cassata dagli elettori. Bisogna restituire i soldi agli utenti», hanno sottolineato gli esponenti Pdl (presenti i consiglieri comunali Giacomo Gatti e Sauro Manucci, il coordinatore provinciale Giacomo Giampedrone e il vicepresidente del consiglio regionale Luigi Morgillo). Inoltre il Popolo della Libertà chiederà lumi immediati sul matrimonio con la spa bolognese e per farlo ha pronta una lettera diretta ai vertici dell'azienda idrica spezzina. La missiva - indirizzata a Paolo Garbini presidente di Acam e Ivan Strozzi, amministratore delegato - sollecita un incontro chiarificatore da convocare quanto prima. «Sul voto io ero per il no ma bisogna prendere atto del risultato del referendum», ha ripreso Grillo. «Adesso è giunto il momento di fare una nuova legge perché passata l'esaltazione di chi ha vinto ben presto ci si accorgerà della mancanza di una normativa di riferimento. Il rischio è quello di bloccare un sistema facendo un balzo all'indietro di 30 anni. La normativa Ronchi fissava due principi: l'acqua come bene pubblico e le reti delle comunità». Ha ripreso poi Morgillo: «A questo punto è chiaro che il pensiero degli spezzini è per l'acqua pubblica. La proprietà di Acam deve adeguarsi a questa volontà espresse nelle urne la scorsa settimana in modo netto. Al momento non è così e neanche l'eventuale aggregazione con Hera va in questa direzione.

Di certo è un'iniziativa che va rimodulata tenendo bene presente che Acam Acque deve rimanere pubblica in base al voto. Hera ha già subito dei contraccolpi in Borsa». Insomma nubi sul matrimonio? «Va ripensato il percorso rispettando la volontà degli italiani».

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