Adalberto Signore
nostro inviato a Varese
Niente rito celtico e nessun Va’ Pensiero. Il matrimonio tra Riccardo Bossi, primogenito ventisettenne del Senatùr, e Maruscka Abbate, un anno più grande, si è svolto seguendo i più tradizionali cliché. Rose bianche e fiori di campo sia davanti che dentro la splendida chiesa di Sant’Antonio alla Motta, nel centro di Varese, tight con cappello a cilindro e cravatta grigio perla per lui e abito bianco e avorio con un lungo velo sorretto da due splendide amiche-damigelle per lei. E come sottofondo la più classica delle marce nuziali. Il tutto assistito da un torrenziale acquazzone.
Insomma, del Sole delle Alpi o dell’Alberto da Giussano neanche l’ombra. Proprio qui, nel centro di Varese, cuore e anima della Lega. Fu in un monolocale a poche centinaia di metri dal centro che una ventina d’anni fa Umberto Bossi e pochi altri (tra cui l’attuale moglie Manuela Marrone e Roberto Maroni) diedero vita al Carroccio. Ed è qui, tra la chiesa di Sant’Antonio e la «Premiata pizzeria della Motta» che buona parte dello stato maggiore della Lega continua a incontrarsi come ai vecchi tempi. «Qui c’è sempre il Giorgetti e si fa vedere spesso pure il Maroni», raccontano due militanti appostati in attesa dell’«evento». «Eh, Giancarlo... - aggiunge uno di loro - ricordo ancora quando due anni fa si mise in tuta bianca ad attaccare manifesti per tutta la città. A un certo punto iniziò a incollarli anche sopra quelli del sindaco Aldo Fumagalli, pure lui dei nostri. Che risate quando è passato in macchina e l’ha colto in flagrante...».
Di Lega, però, oggi ci sono solo i ricordi. Sarà perché Maruscka ha ancora la tessera da «sostenitore» (e solo da un anno) o forse perché i novelli sposi hanno deciso per una cerimonia strettamente privata, di certo c’è che se non fosse per la presenza del Senatùr quello visto a Varese sarebbe da rubricare come un normale matrimonio di provincia. E invece no, perché fuori dalla chiesa c’è la folla delle grandi occasioni, fatta di giornalisti, fotografi, militanti e pure qualche curioso. Ma chi pensava di veder sfilare lo stato maggiore della Lega è rimasto deluso. Né Roberto Calderoli, né Maroni, né Giorgetti si sono fatti vedere. Forse a causa delle ferie o degli impegni sul territorio (Calderoli aveva un comizio a Marina di Ravenna, Giorgetti a Alzano Lombardo), forse per evitare di alzare i soliti polveroni su chi c’era e chi non c’era (con l’ovvia previsione di un infelice futuro politico per gli assenti), fatto sta che gli occhi dei presenti si sono potuti concentrare senza distrazioni sulle moltissime bellezze locali, i cui décolleté non si sono fatti per nulla intimidire dalla pioggia battente.
Il diluvio ha costretto gli sposi a posticipare la cerimonia di quasi un’ora, con Franco Bossi - fratello di Umberto - perennemente al telefono per gestire la tempistica degli arrivi («dicono che sposarsi con la pioggia porta soldi, per me porta solo che andiamo a casa bagnati...»). Alle 17.30, mezz’ora dopo il previsto, si è presentato il Senatùr. Abito scuro, cravatta a righe blu e sciarpa di seta, il leader della Lega si è seduto in prima fila a fianco della ex moglie Gigliola Guidali, madre di Riccardo. Assenti, invece, la Marrone e i tre figli avuti dal secondo matrimonio (Renzo, Roberto Libertà e Sirio Eridano. Venti e passa minuti ad aspettare la sposa, come nelle migliori tradizioni, e arriva pure Maruscka. Celebra monsignor Peppino Maffi, prevosto di Varese («ho incrociato in voi una grande semplicità e la voglia di impegnarsi nel sociale»), testimoni di nozze sono l’amico Stefano Aletti e lo zio Franco per lui, la sorella Alessandra e Alessandra Meggiorin (sorella di Claudio, il barista di Besano ucciso da un albanese lo scorso giugno) per lei. Bossi segue attentamente tutta la cerimonia e alla fine non trattiene la commozione («l’ho visto piangere», dice Franco).
La festa si trasferisce a Villa San Martino di Luvinate, appena fuori Varese.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.