Locarno stile Cannes, c'è anche Lucy Liu

Al Festival la prima mondiale del "Vangelo di Giuda". Premiata anche Milena Canonero

Locarno stile Cannes, c'è anche Lucy Liu
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Locarno, provincia di Cannes. Il festival italo-ticinese, diretto da Giona Nazzaro e presentato ieri, si riscopre quasi un prolungamento della rassegna francese, la più importante del mondo. Locarno insomma è più attigua alla Croisette che al Lido veneziano, così prossimo per le date - una quindicina di giorni - da rendere necessaria una presenza italiana scelta e particolareggiata al contrario di quella più mainstream in laguna. Ciò non significa che in riva al lago Maggiore non si affollino celebrità del cinema.

L'appuntamento di inizio agosto - si comincia mercoledì 6 e si chiude sabato 16 - sarà ricco di personalità che ritireranno premi. Tra gli ospiti principali spiccano Alexander Payne (Nebraska e The holdovers, premiato con l'Oscar) cui andrà il Pardo d'onore, Milena Canonero, sette statuette in curriculum, riceverà il Vision Award, Emma Thompson (Casa Howard e Harry Potter) avrà il Leopard Award mentre Lucy Liu (Kill Bill vol. 1) otterrà un riconoscimento alla carriera.

La pattuglia italiana è rappresentata da opere uniche, al di fuori del settore più commerciale, divise nelle varie sezioni. In piazza Grande sarà proiettato Testa o croce, il western presentato qualche mese fa a Cannes e in uscita in autunno nelle sale, con Alessandro Borghi e Nadia Tereszkievicz, diretti da Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis. È una storia improbabile di un gaucho che perde - letteralmente - la testa per una fanciulla sullo sfondo degli anni di Buffalo Bill, interpretato da John C. Reilly (Carnage e Stanlio e Ollio) in una cornice all'amatriciana.

Sempre fuori concorso e in prima mondiale Il vangelo di Giuda di Giulio Base, reduce da Albatross, sulla nota agenzia di inviati di guerra, Almerigo Grilz, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin. Nel cast di quest'opera che rivisita la figura del traditore più famoso della storia nomi celebri come Rupert Everett, Paz Vega e Abel Ferrara. Vi si racconta la nascita del discepolo, avvenuta in un bordello, fino alla genesi del suo tradimento e al suicidio. Base ha uno sguardo molto attento sulla religione al di fuori dei canoni tradizionali come già fece l'anno scorso presentando al Torino film festival, da lui diretto, il discusso e controcorrente Vangelo di Maria.

In gara nel concorso internazionale ci sarà invece Le bambine di Valentina e Nicole Bertani, alla seconda prova, a distanza di tre anni da La timidezza delle chiome. Il film racconta la difficoltà di crescere e diventare grandi in un mondo come l'attuale mentre, tra le promesse del cinema di domani, passerella per Margherita Spampinato con Gioia mia, un testo che ricorda il neorealismo di De Sica, in un contesto contemporaneo con le vicende di un bimbo che la nonna lascia in Sicilia per l'estate. Un quadro intimo che interpella direttamente l'anima.

Fra i titoli stranieri, tre - oltre a Testa o croce - arrivano da Cannes e saranno la Palma d'oro di Jafar Panahi, Un simple accident, lo struggente Sentimental value di Joachim Trier e il suggestivo La petite dernère di Hafsia Herzi, "scoperta" proprio a Locarno.

In cartellone anche una versione musical del Bacio della donna ragno che il 16 chiuderà il festival aperto da Le pays d'Arto di Tamara Stepanyan su una donna che va in Armenia per capire il paese del marito, Arto appunto, e le sue sofferte origini.

Molti i temi toccati e i generi rappresentati, commedie divertenti (Sorelle di clausura), drammi d'attualità come il queer e la religione, le diaspore (Phantoms of July) e l'IA con una rivisitazione di Dracula alla rumena.

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