Roma

Locasciulli «Con la musica seduco l’America»

Un disco di gran classe, suonato da alcuni dei musicisti americani più raffinati. Idra è il nuovo album di Mimmo Locasciulli, che verrà presentato stasera all’Auditorium.
La musica è sempre più «usa e getta». È difficile per un cantautore confrontarsi con questa realtà?
«Sarebbe difficile se la finalità fosse il successo a tutti i costi. Sono pulsioni che ho superato da tempo. Sono nato in anni in cui la musica aveva grandi possibilità di espressione e ampi margini di libertà, mentre ora è tutto diverso. Non è la prima volta che faccio un disco acustico, con canzoni scarne e arrangiamenti non ridondanti. Quel che mi gratifica è che musicisti importanti (Greg Cohen, Marc Ribot e Joey Baron, ndr) abbiano voluto suonare le mie canzoni».
Quanto è piacevole affidare i propri lavori a simili musicisti?
«È fantastico. Addirittura Marc Ribot mi ha chiesto il permesso di fare la versione americana di Scuro, per un disco di rhythm&blues che sta preparando».
Nei suoi dischi la qualità musicale è sempre in primo piano e i grandi musicisti intervengono per rendere al meglio le sue idee. Non trova che in passato questa qualità sia stata poco sottolineata?
«Già nel ’90 feci un disco con loro e forse ero troppo avanti, tant’è che la casa discografica non ritenne opportuno mettere in risalto il loro contributo. A prescindere da questo e dall’impegno che si dedica agli arrangiamenti, sono convinto che sia importante la maniera in cui si comunica. Ci sono dischi di Bob Dylan con chitarre stonate e approssimazioni ritmiche discutibili, ma restano pur sempre dischi eccezionali».
Tutto il progetto nasce da una poesia di Leonard Cohen, «Idra», pian piano aperta a nuovi significati.
«In realtà la poesia di Cohen è breve e piuttosto semplice, racconta di un uomo che ammazza un pesce. Poi si sono aggiunte le reminiscenze del liceo, con le fatiche di Ercole. Poi una lettura esoterica che associa alle teste dell’Idra i vizi capitali. Ma Idra è anche un animaletto marino e un'antica moneta del ferrarese».
In concerto ci sarà suo figlio Matteo, che ha anche co-prodotto l’album. È felice di averlo al fianco?
«Matteo ha studiato con Greg Cohen e Massimo Moriconi.

Con lui ci sarà un bel gruppo che mi permette di spaziare dalle mie atmosfere classiche al jazz».

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