Controcultura

L'occasione persa del documentario su Nicholson

L'occasione persa del documentario su Nicholson

Dal 2010 Jack Nicholson è sparito dalle scene. Il grande attore americano che il 22 aprile scorso ha compiuto 82 anni, ha deciso non solo di smettere di recitare ma anche di dare sue notizie. I fans sono molto preoccupati perché più volte sono trapelate voci allarmanti sulle condizioni di salute, mai peraltro confermate da fonti ufficiali. Più probabile che il vecchio Jack preferisca essere ricordato con il leggendario ghigno di Joker piuttosto che dare un'ultima versione di sé triste e malinconica. Insomma, un ritorno simile a quello di Clint Eastwood in The Mule proprio non gli si addice.

Avendo però nostalgia di uno dei miei attori preferiti di tutti i tempi, mi sono segnato in agenda l'uscita di Mr. Jack Dr. Nicholson, il documentario programmato da Sky Arte e diretto da Emmanuelle Nobécourt che in un'ora scarsa racconta, alla maniera del personaggio di Stevenson, l'io diviso tra apparire ed essere, personaggio pubblico e vita privata, domandandosi se siamo davvero in presenza di una personalità scissa e quale dei due aspetti sia, in fondo, il più veritiero.

Però il film risulta modesto, un'occasione mancata di affondare non solo nella burrascosa infanzia di Jack - cresciuto con sole donne, probabilmente partorito da una «sorella madre» - sui gossip - incallito seduttore capace di mandare a monte non solo la lunga relazione con Angelica Houston, ma qualsiasi rapporto dalla minima veste stabile, più che altro per noia - sulla dipendenza da alcool e stupefacenti. Anche sulle straordinarie qualità recitative, l'autrice insiste sul Jack Nicholson che tutti conosciamo, quello istrionico di Easy Rider e Chinatown, il folle borderline di Qualcuno volò sul nido del cuculo che diventerà addirittura demoniaco in Shining e Batman. Certo è il Jack che ha saputo portare al successo lo stile del cinema indipendente, contribuendo al salto nel mainstream, avendo avuto la possibilità di lavorare con registi che si sono confermati nel rango di autori da Corman a Hopper, da Rafelson a Forman, da Antonioni a Kubrick, da Scorsese a Burton.

Eppure Nicholson non è solo questo. Si parla poco della versatilità che lo ha reso anche straordinario attore di commedie. Buona parte della sua lunga carriera viene ridotta ai film più celebri e mancano alcune straordinarie prove quali Voglia di tenerezza, L'onore dei Prizzi, Le streghe di Eastwick, A proposito di Schmidt, alcune di queste affrontate in età avanzata, ingrassato, imbolsito, eppure ancora straordinariamente sexy.

La verità è che persino un film modesto poteva essere salvato dalla presenza di Jack Nicholson, uno degli ultimi attori per i quali si andava al cinema. Il vero discepolo di Marlon Brando era lui.

Lunga vita a Jack, ma questo documentario affonda poco ed è un vero peccato, soprattutto per noi che lo amiamo così tanto.

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