Lodi-Verona, Mazzotta e quella lettera per Intra

Per Banca Popolare Italiana convolare a nozze sarebbe vantaggioso, soprattutto se lo sposo prescelto fosse un gruppo di maggiori dimensioni. Ogni decisione è nelle mani del consiglio di Bpi in calendario domani, ma il new deal emerso in alcune sedi istituzionali promette di influire sulla gara indetta dall’ad Divo Gronchi. Con l’esito di fare lievitare le chance di Popolare Verona-Novara rispetto a quelle di Bpu (con cui ci sarebbero ampie sovrapposizioni territoriali) e a quelle delle due consorelle «minori» Bper e Bipiemme. Tanto che, malgrado la via maestra rimanga un’aggregazione con Lodi, il presidente Roberto Mazzotta sembra essere già al lavoro su una way out strategica. O almeno questa è la lettura offerta da alcuni osservatori alla lettera di garanzia con cui Milano si è impegnata a sostenere dal punto di vista finanziario il cammino di Veneto Banca verso Intra: malgrado il pressing della Consob, al momento è stata confermata solo l’Opa da 15 euro per azione sul 75% del capitale (640 milioni l’impegno stimato) cui potrebbe aggiungersi una proposta carta contro carta sul restante 25%. Anche se per un gruppo non quotato come Veneto Banca rappresenta un esborso notevole, in un’intervista al Giornale il presidente di Popolare Intra, Luigi Terzoli, si è mostrato tranquillo proprio per la sicurezza aggiuntiva offerta ai soci dalla presenza di Milano.

Abbastanza, a sentire quanti conoscono l’abilità diplomatica di Mazzotta, per immaginare che la mano tesa in aiuto di Veneto Banca possa diventare in prospettiva un nuovo tassello dell’architettura di Bpm. Impegnata da tempo a incrementare la propria presenza nel Nord Italia attraverso una serie di accordi strategici.

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