Roma - La mattina dopo è lo stesso. Silvio Berlusconi non si sposta di una virgola: la sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano per il premier arriva da sinistra. Dalla "minoranza di toghe rosse organizzatissime". Nel pomeriggio il presidente del Consiglio riunisce i vertici del Pdl per frenare ogni ipotesi di manifestazione di piazza. Ma chiede "rispetto" per la sua carica: "Il premier è l’unica carica eletta dal popolo".
Il vertice di partito a Palazzo Grazioli Toni pacati, sereni, ma nello stesso tempo decisi nel chiedere rispetto. Durante l’ufficio di presidenza del Pdl Berlusconi ha insistito in modo particolare sul concetto che il presidente del Consiglio dovrebbe essere rispettato. "Tutti chiedono rispetto - è il ragionamento del Cavaliere - ma il premier è l’unica carica eletta dal popolo". Secondo quanto si apprende nel corso della riunione si sarebbe parlato molto dell’attività di governo, dei cantieri da aprire e anche di Messina. Non si sarebbe invece parlato delle posizioni del presidente della Camera, Gianfranco Fini. In ogni caso i toni sono stati molto pacati. Appena entrato Berlusconi è stato accolto da un grande applauso dell’ufficio di presidenza, per l’occasione allargato anche ai rappresentanti degli enti locali Maurizio Lupi e Gregorio Fontana. Nella riunione infatti sono stati ratificati 18 coordinamenti regionali su 20. Sono escluse al momento Sicilia e Campania.
Avanti con più grinta Berlusconi va "avanti tranquillamente e serenamente, possibilmente con più grinta". Intervistato in mattinata dal Gr Rai, il presidente del Consiglio aveva già confermato punto per punto le critiche a Consulta, opposizione, stampa e capo dello Stato precisando che l'esecutivo "si sente assolutamente necessario alla democrazia, alla libertà e al benessere del Paese". "Meno male che Silvio c’è - ha poi afferma il premier - altrimenti saremmo completamente nelle mani di questi signori della sinistra che hanno una minoranza di magistrati che usa il potere giudiziario a fini di lotta politica, più del 70% della stampa, con in testa Repubblica, i programmi di approfondimento della tv pubblica pagati con i soldi di tutti e un Capo dello Stato di sinistra, nonché una Consulta con 11 giudici di sinistra che non è un organo di garanzia, ma politico".
Napolitano di sinistra All’indomani della bocciatura del lodo Alfano, la legge che gli garantiva la sospensione dei suoi processi penali, il premier è infatti tornato ad attaccare il capo dello Stato perché di sinistra e perché avrebbe contribuito a formare una Corte Costituzionale di sinistra. "Il presidente della Repubblica è stato eletto da una maggioranza di sinistra, ha radici totali nella sua storia di sinistra e anche il suo ultimo atto di nomina di uno dei giudici della Corte Costituzionale dimostra da che parte stia", ha detto al Gr1. L’ultimo giudice di nomina presidenziale è stato Paolo Grossi, professore di storia del diritto italiano, nel febbraio 2009. Dei 15 giudici della Consulta cinque sono nominati dal Quirinale, cinque dal parlamento e cinque dalle alte magistrature dello Stato. Il premier ha promesso affronterà gli impegni di governo e i due processi in cui è imputato a Milano, che si riparono per lui dopo la bocciatura del lodo, "se possibile con ancora più grinta".
La difesa Pronto a difendersi nelle aule di tribunale e "andando in televisione" per dimostrare "di che pasta sono fatto": lo ha detto il presidente del Consiglio.
"Ci sono due processi farsa, risibili, assurdi che - ha detto il premier - illustrerò agli italiani andando anche in tv, mi difenderò io stesso anche nelle aule del tribunale facendo esporre al ridicolo gli accusatori e mostrando agli italiani di che pasta sono fatti loro e, se mi consente di che pasta sono fatto io".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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