Alla fine ci troveremo nell’incredibile condizione di dover ringraziare i piloti ribelli dell’Alitalia. Ma ad una sola condizione. Che continuino a scioperare, a bloccare l’Italia, come hanno annunciato per i prossimi mesi. Che non mollino la loro intransigente posizione nei confronti di Cai, la nuova compagnia messa in piedi in un fiat da Colaninno. Il loro indifendibile arroccamento potrà rappresentare uno spartiacque nelle relazioni industriali in Italia. Grazie a loro, finalmente, si potranno affermare alcuni principi semplici semplici. Vediamoli. In un’azienda il piano industriale lo fanno i manager e non i loro dipendenti. Lo sciopero è un diritto vitale per un lavoratore, ma il suo abuso lo svuota. Le imprese nascono per servire i propri clienti e non solo i propri lavoratori. E infine una gran parte dei contribuenti italiani non ha alcuna intenzione di pagare ancora il biglietto per una compagnia aerea che brucia ogni giorno due milioni di euro. Certo nei prossimi mesi occorrerà che tutti stringano la cinghia. Colaninno e soci debbono mantenere intatta la propria posizione: non si tratta più. Ciò comporterà ulteriori disagi. E il governo non deve retrocedere di un millimetro. E poi gli incolpevoli clienti del trasporto aereo: dovranno capire che in gioco non c’è solo il futuro di un’azienda e il proprio disagio personale. Il caso Alitalia vive la fortunata circostanza per la quale chi maggiormente si ribella è maggiormente retribuito. Non si tratta d’una battaglia per il minimo garantito. Ma di uno scontro per un pranzo al ristorante. Con i piloti, non si può identificare il lavoratore medio italiano. Le loro buste paga (in gran parte detassate come quelle dei parlamentari) rappresentano la plastica raffigurazione di un dipendente qualificato e dunque ben retribuito. E non già dell’operaio o dell’impiegato medio. Certo in un Paese in cui ancora gli studenti cercano solidarietà davanti ai cancelli di una fabbrica, tutto è possibile. Ma in ogni famiglia la crisi economica si è fatta sentire. Chi è più fortunato (si fa per dire) ha visto una porzione dei propri risparmi diminuire. Ma ci sono migliaia di lavoratori senza alcuna protezione e senza più lavoro. Nei primi 9 mesi del 2008 sono state chiuse 340mila imprese.
La cassa integrazione ordinaria (quella che dura una decina di settimane e non già i 7 anni garantiti agli ex Alitalia) fa fatica ad essere rifinanziata. E i piloti che fanno? Alzano la posta e vanno alla «dura lotta». Lo facciano. Ogni regime, ogni piccola oligarchia ha bisogno delle proprie brioche per suicidarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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