Lombarda e Bpu puntano alle nozze

I legali sono al lavoro per superare lo scoglio dell’assetto cooperativo. Entro un mese la decisione

Massimo Restelli

da Milano

La holding a Brescia, il retail a Bergamo: malgrado le due promesse spose definiscano l’attuale fase ancora «esplorativa», sarebbero questi i cardini strutturali su cui si reggerà il possibile matrimonio tra Popolari Unite e Banca Lombarda. Dopo l’abbozzo dei punti chiave avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì della scorsa settimana, nei due capoluoghi lombardi sono in molti a scommettere che la «prima pietra» sarà collocata entro un mese così da coronare l’intera operazione a gennaio-febbraio 2007.
Al momento i legali sono al lavoro per valutare la sostenibilità del progetto che solo successivamente passerebbe al vaglio dei rispettivi consigli di amministrazione, previa la probabile nomina di un advisor: a Brescia, che dovrebbe affidarsi a Rothschild, il primo cda è in agenda il 13 novembre. Come anticipato dal Giornale, i contatti proseguono da tempo per superare gli ostacoli, a partire dalla complessità di unire due gruppi che per quanto siano entrambi public company e siano omogenei per l’approccio federale, hanno una diversa struttura azionaria. Visto che il presidente Emilio Zanetti difende la natura cooperativa di Bpu, e che per l’istituto guidato dall’amministratore delegato Corrado Faissola dopo la corsa in Borsa iniziata la scorsa estate sarebbe finanziariamente difficile cambiare natura affrontando il diritto di recesso dei soci. Una soluzione potrebbe essere lo «scorporo» delle reti a favore di Popolari Unite ma, tecnicismi a parte, l’obiettivo è fondersi in un grande gruppo popolare grazie a un’offerta carta contro carta (6 miliardi il valore di Banca Lombarda) ripercorrendo la strada già tracciata da Banca Intesa e Sanpaolo. Il neo gruppo vedrebbe una holding con sede a Brescia e in parte controllata dagli attuali azionisti di Banca Lombarda. Al piano sottostante ci sarebbero invece le società prodotto e tutte le banche reti, la cui guida rimarrebbe a Bergamo. L’esito sarebbe la nascita del quarto gruppo del Paese per numero di sportelli (quasi 2mila con 180 miliardi di raccolta) subito alle spalle di Bpi-Verona e con una presenza forte nelle zone più industrializzate del Paese (anche se la capitalizzazione pro-forma si ferma a 13,6 miliardi).
Un progetto allettante davanti al quale mentre alcune case di analisi si spingevano a calcolare le sinergie potenziali (250-300 milioni) e le limitate sovrapposizioni territoriali (un centinaio di sportelli secondo le prime stime), piazza Affari tentava di indovinare il concambio: al termine della seduta Banca Lombarda ha guadagnato il 2,1% a 17,18 euro tra scambi per lo 0,64% del capitale mentre Bpu ha ceduto lo 0,72% a 22,09 euro (1,31% i volumi).

Oltre allo scoglio della natura popolare prima delle nozze ci sono tuttavia anche altre «disenergie» da affrontare: a partire dal tempo necessario per esporre l’operazione ai vertici delle banche federate e all’assetto delle stesse. Come per esempio Bre che attualmente è controllata da Banca Lombarda (55%) insieme ad alcune fondazioni che siedono anche nella capogruppo.

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