Lombardia, arrivano gli «asili nido» per anziani

La realtà lombarda parla di 40.000 nuovi anziani over 75 ogni anno. Da qui l'idea che le aziende possano aprire dei centri diurni per quegli anziani che non trovano posto nelle strutture pubbliche

Dopo gli asili nido aziendali, il mondo imprenditoriale potrebbe pensare anche a nuove soluzioni per conciliare famiglia e lavoro, magari aprendo anche dei centri diurni per anziani. Sì, avete letto bene: centri diurni per anziani in formato aziendale. Soluzione ipotizzata dall'assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, che è intervenuto al convegno, "Famiglia e lavoro, la possibile conciliazione", organizzato dal Sindacato delle famiglie in collaborazione con Regione Lombardia.
Un tema, quello della collaborazione tra enti pubblici e imprese, che è stato affrontato anche nel saluto ai convegnisti del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: «L'attenzione nei confronti della famiglia da parte del governo regionale - ha affermato Formigoni - non ci trova fortunatamente isolati. Anche il tessuto imprenditoriale lombardo mostra un particolare sensibilità e una straordinaria creatività. Bisogna avere dunque il coraggio di riscoprire la nostra tradizione, fatta di moltissimi imprenditori illuminati che, già a partire dall'Ottocento, hanno realizzato per i propri dipendenti interventi nei settori più disparati».
«Il tema della conciliazione tra famiglia e lavoro - ha sottolineato Boscagli - deve interessare tutto l'arco della vita familiare. Oggi siamo concentrati sull'infanzia, ma con il passare del tempo, le donne che lavorano, vengono penalizzate non più dal figlio piccolo, ma da un genitore o un parente anziano da accudire. La realtà lombarda parla di 40.000 nuovi anziani over 75 ogni anno. Da qui l'idea che le aziende possano aprire dei centri diurni per quegli anziani che non trovano posto nelle strutture pubbliche. Per ora è solo un'idea, nessuno lo ha mai fatto, ma sono ottimista: se negli anni passati è stato recepito il problema dei piccoli, perché le aziende non dovrebbero recepire quello degli anziani?».
Nell'intervento dell'assessore non è mancata una nota preoccupata al ricorso al Tar che i sindacati hanno presentato nei giorni scorsi contro il bonus famiglia della Regione Lombardia e su cui il Tribunale Amministrativo si dovrà pronunciare il prossimo 21 aprile. «Questi ricorsi - ha dichiarato Boscagli - non mettono in difficoltà la Regione, ma 15.000 famiglie bisognose. Abbiamo stanziato 20 milioni di euro in loro favore, senza fare distinzioni tra famiglie straniere e italiane. Il rischio reale ora è che ci sia una sospensiva che blocchi il provvedimento.

Spero che questo ricorso venga ritirato, anche perché avevo avuto una serie di incontri con i sindacati prima che presentassero queste diffide. Avevamo raccolto delle osservazioni da prendere in considerazione per il prossimo anno, ma è ovvio che questo ricorso mette tutto in discussione».

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