"La Lombardia diventerà la centrale del federalismo"

Andrea Gibelli, futuro vicepresidente regionale, spiega l’avanzata della Lega: "È evidente che i nostri cittadini chiedono le riforme"

Il primo atto dell’Umberto vittorioso è presentare il vicepresidente della Regione, il leghista Andrea Gibelli: «È uno bravo, abituato a mantenere la parola e a non chiedere niente. Va, si sposta, lavora». Il numero due di Roberto Formigoni ha l’aria schiva ma chi lo conosce bene assicura che «ha il passo lungo e darà filo da torcere». Il passaggio successivo del Senatùr è candidarsi a sindaco di Milano: «proporrò il mio nome al consiglio federale».
La Lega ha ottenuto un notevole successo, passando dal 15,8 per cento delle regionali 2005 all’attuale 26,7. Nessun balzo, ma un graduale aumento di voti tra le politiche del 2008 (21,6 per cento) e le europee dello scorso anno (22,7). Il segretario provinciale della Lega, Igor Iezzi, è trionfante: «È chiaro il messaggio che viene lanciato dalla città. Per questo, dopo il palazzo della Regione, ora l’Alberto da Giussano deve sventolare anche su Palazzo Marino».
L’attualità è il Pirellone, dove si comincia a parlare della nuova giunta. E Andrea Gibelli ha già la testa alle future riunioni.
Che cosa cambia in Regione?
«È difficile fare previsioni. Le segreterie di partito si siederanno serenamente al tavolo e terranno conto dell’avanzata della Lega e del fatto che il rapporto con il Pdl è di uno a uno. I numeri sono inequivocabili: la Lombardia vuole le riforme».
Il federalismo resta la priorità della Lega per la Lombardia?
«La prima cosa è che la Lombardia diventi una centrale di osservazione delle riforme sul federalismo. Riteniamo molto importanti anche i temi legati al lavoro e al sostegno delle piccole e medie imprese, ovvero l’intero settore delle attività produttive».
Avete già parlato del numero di assessori e delle deleghe?
«La Lombardia è più tinta di verde e gli assessori saranno in numero proporzionale ai risultati. In ogni caso il clima è molto tranquillo, non viene meno la lealtà e l’adesione al programma che abbiamo realizzato insieme».
Quali sono i settori che la Lega reputa più interessanti?
«Tutto è interessante, saranno le segreterie a stabilire il criterio. Io posso assicurare che saranno premiati gli uomini che hanno maturato esperienze specifiche nei settori di cui dovranno occuparsi. E non mi riferisco necessariamente agli attuali assessori».
Il figlio del segretario della Lega, Renzo Bossi, sarà in giunta?
«Non lo so. Certamente sarà un punto di vantaggio avere costruito sul campo la vittoria accumulando così tante preferenze».
Il sorpasso sul Pdl comunque non c’è stato...


«È stato un testa a testa. Il dato della Lombardia dimostra il nostro forte incremento. Sono convinto che accada perché siamo rispettosi del programma, mostriamo senso di responsabilità e preferiamo la sostanza alla tattica politica».

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