Lombardia in rotta di collisione con Air France

Il cerino è in mano al governo. Come azionista di maggioranza di Alitalia, può scegliere se difendere Malpensa o mettere a rischio «duemila posti di lavoro» e lo sviluppo «non solo del nord, ma del sistema Paese» che sarebbe penalizzato dall’indebolimento dell’hub lombardo. Ragion per cui istituzioni locali, sindacati e rappresentanti delle imprese fanno fronte comune e con una dichiarazione congiunta lanciano l’ultimo appello al governo, che entro la settimana sceglierà la proposta di acquisto per la compagnia di bandiera. «Il piano presentato da Air France - attacca il governatore Roberto Formigoni - è disastroso, inaccettabile non solo per la Lombardia ma per l’Italia. Ricalca quello presentato lo scorso 30 agosto da Alitalia, prospetta un allarmante ridimensionamento del ruolo di Malpensa. Quello di Air One invece è interessante, propone un’equa ripartizione dei collegamenti intercontinentali diretti tra Malpensa e Fiumicino, ma andrebbe rafforzato». Non è «una battaglia di campanile, ma a difesa dei cittadini utenti e di tutto il Paese. Non ci basta difendere alcune rotte o solo le più redditizie, non vogliamo diventare la succursale debole di Parigi o Fiumicino». Non fa mistero, che all’obiettivo potrebbe contribuire Lufthansa, che ha ritirato la propria offerta ma «aveva un piano forte, abbiamo lavorato molto bene in questi mesi e se volesse ancora intervenire le vie ci sono, ha già una partnership con Air One». La compagnia francese invece, «vuole ammazzare Malpensa, e se vuole “farci fuori” non possiamo accettarlo». Concetto che Formigoni ribadirà al presidente di Air France, Jean-Cyril Spinetta, ma anche a quello di Air One Carlo Toto che incontrerà oggi al Pirellone. Il titolo del patto è anche uno slogan, «non sacrificare Malpensa, non svendere Alitalia», sotto porta già le firme, oltre che di Formigoni, del sindaco Letizia Moratti, il presidente della Provincia Filippo Penati, della Camera di Commercio Carlo Sangalli, di Confindustria Lombardia Giuseppe Fontana, di Assolombarda Diana Bracco e dei segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil. Si sono già aggiunte le adesioni di Coldiretti, Unione Artigiani, Lega delle cooperative, Compagnia delle opere e Api Lombardia.
La capacità di un hub, sottolinea Moratti, si misura dai passaggi in transito, e Malpensa col 34% «è allineata ai principali hub europei e superiore a quella di Fiumicino (circa il 26%). Col piano di Air France, Alitalia si ridurrebbe a una compagnia regionale. La decisione finale spetta al governo, ma ci auguriamo che scelga sulla base del mercato e dei numeri». Altri incontri romani sono esclusi. «Non c’è più tempo - afferma Formigoni -, diamo spiegazioni da mesi, confidiamo che la nostra posizione non resti isolata». Per l’economia, rilancia Sangalli, «Malpensa è un patrimonio troppo importante per essere barattabile». Milano, concorda la Bracco, «è un’eccellenza ma rischia di essere penalizzata».

I sindacati sono preoccupati perché «se la storia di Malpensa avrà una tragica fine, ci saranno circa 2mila esuberi».
Anche la Lega, ha affermato ieri il capogruppo alla Camera Roberto Maroni, «è contraria alla svendita a Air France, sarebbe la fine per Malpensa e un grave danno per l’economia lombarda e padana».

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