A Londra atteso il sorpasso rosa

LondraNella top ten ci siamo. La speranza è quella di migliorare la posizione, passando dal 9° posto e 27 medaglie di Pechino a magari un ottavo e oltre 30 podi a Londra 2012, dove è previsto il sorpasso degli ori femminili azzurri su quelli degli atleti maschi (a Pechino finì 4 a 4). Un miglioramento atteso ma per nulla scontato, «Perché la competitività è aumentata - spiega il segretario generale del Coni, Raffaele Pagnozzi - e a medaglia non si va più un po’ per fortuna e un po’ per caso».
Pagnozzi è a Londra, a poco più di 500 giorni dall'inizio dei Giochi Olimpici (cifra tonda il 15 marzo), con una delegazione di direttori tecnici di tutte le 23 discipline olimpiche, per un sopralluogo agli impianti di gara. «Oddio, abbiamo visto un prato attraversato da una strada che verrà chiusa due ore quando ci saranno le gare di tiro. E non potremo neanche allenarci», racconta Valentina Turisini, argento con la carabina ad Atene 2004 e oggi unico ct donna (tiro a segno) della spedizione italiana. «Ma rispetto a Pechino nello stesso periodo, Londra sembra essere molto più avanti per quel che riguarda impianti e villaggio olimpico», assicura Pagnozzi. Le preoccupazioni principali sembrano essere altre: il calo qualitativo dello sport europeo (per la prima volta nel 2008 il medagliere continentale è sceso sotto il 50% del totale), il numero sempre maggiore dei Paesi da podio, cresciuto di un terzo rispetto a Barcellona '92 malgrado il boom cinese dell'ultimo ventennio, i controlli antidoping che in altri Paesi sono un po' meno ferrei che in Italia.
Dopo Pechino, negli ultimi 30 mesi l'Italia è cresciuta nella classifica per nazioni dopo i mondiali, ma prima di pensare alle medaglie (130 atleti azzurri possono potenzialmente aspirare) si lavora per la qualificazione: 8 le "carte" olimpiche già conquistate (3 nel tiro a segno, 4 nel tiro a volo e 1 nei tuffi), le squadre maschili e femminili di basket, volley, pallanuoto e hockey prato ormai qualificate, resta da stabilire il pattuglione di 280 atleti individuali che comporrà la spedizione azzurra, decisa in base ai risultati conseguiti in determinate gare.

Poi ovviamente ci sono gli altri problemi, logistici e sportivi, lavorando su quelli che il Coni definisce «i 3 pilastri della programmazione»: tecnico (la qualità dei ct), scientifico (la ricerca nei settori tecnologico e biomeccanico), e organizzativo (una delegazione complessiva di 615 persone a Londra, due in meno di Pechino). Con il solito imperativo: tutti uniti per fare squadra. Se lo si fa a Sanremo, a maggior ragione lo si può e deve fare a Londra. Magari con un occhio (e un po' di cuore) a Roma 2020.

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