Da qualche giorno, i miei concittadini sono entrati in una specie di trance, uno stato mentale stravagante e sproporzionato simile, ma per fortuna non ancora della stessa intensità emotiva, a quello di cui si sono fatti impossessare in seguito alla tragica morte della Principessa Diana nel 1997.
Giovedì scorso, nel primo dei tre «debate» teletrasmessi fra i leader dei tre principali partiti, Nick Clegg il giovane capo dei LibDems, leterna terza forza della politica britannica, si è distinto per la sua palese freschezza e il suo apparente candore, rispetto agli altri due, il premier laburista Gordon Brown e il capo ufficiale dell'opposizione, David Cameron dei Tories.
Non cè dubbio che Clegg sembrava il più diretto e simpatico dei tre, nominava i suoi interlocutori (del pubblico in studio che gli poneva delle domande) per nome, sorrideva con maggiore naturalezza, portava il vestito più informale dei tre, e udite udite, spesso teneva la mano in tasca quando parlava.
Pochi dei dieci milioni e passa spettatori (un record inaspettato per un programma di politica in Gran Bretagna) sembra aver ascoltato con molta attenzione le politiche banali e poco credibili che l'innocuo Nick ha proposte, perché nel giro di ventiquattro ore, le sorti elettorali dei LibDems hanno subito una crescita clamorosa, dal 20% al 30% (per l'istituto dei sondaggi Icm) - un incremento del 10% - mentre per il sondaggio YouGov, sono persino passati in primo posto, al 33%, uno in più dei tories: roba da pazzi.
A differenza dell'isterismo collettivo per la defunta Diana che è durato mesi e mesi, questa specie di cotta nazionale per Clegg non è, al mio avviso, destinata a durare più di qualche settimana, e quasi sicuramente si ridimensionerà sotto i fuochi incrociati dei laburisti e dei tories.
Ma come molti altri inglesi, non ho potuto non fare una specie di ipotesi elaborata sulle possibili conseguenze di una sostenuta impennata del LibDems alle urne, il 6 maggio prossimo, che magari lasciasse loro come primo partito con una maggioranza relativa.
Il primo e più probabile effetto della Cleggmania elettorale sarebbe una pesante crisi nella City, che vigila sulla vita pubblica britannica in modo autorevole ma spesso molto più soffocante quanto faccia il Vaticano su quella italiana.
Un crollo della sterlina, e forte crisi in borsa, sarebbero i primi segnali del dispiacere della City. Non solo perché Clegg, né nessuno dei suoi candidati ministri ha mai ricoperto un incarico governativo, o perché le loro politiche fanno spesso ridere (abolire in modo unilaterale il deterrente nucleare britannico Trident; allentare i controlli sullimmigrazione; arrendersi in ginocchio a Bruxelles). E dietro alla faccia pulita e il sorriso di ragazzo perbene di Clegg (educato a Westminster, uno dei migliori college privati, e Cambridge, nonché discendente dellavvocato generale dell'ultimo zar russo), allinterno dei LibDems ci sono molte figure poco ricevibili, spesso delle convinzioni politiche surreali, alla Monty Python.
Ma siete un popolo strano e spesso stravagante, che male cè se entra per la porta principale di 10, Downing street una banda di comici un po' alla Monty Python? Tanto, nella vostra Camera dei Lords ci sono certi tipi assai eccentrici
Così mi chiosano alcuni interlocutori italiani, che intravedono nei LibDems solo un altro aspetto dellumorismo e delleccentricità inglesi. E rispondo sempre, no: i dibattiti dotti ma eccentrici della nostra Camera Alta ce li possiamo permettere, perché non detiene il potere esecutivo della Camera dei Comuni. E lasciamo stare mr. Bean e i Monty Python, è proprio grazie alle nostre tradizioni istituzionali solide, affidabili e poco umorali che ci possiamo permettere di scherzare nei momenti devoti al relax. L'amministrazione politica britannica è una cosa molto seria. E I LibDems semplicemente non sono un partito serio.
In molti altri paesi europei, il Partito liberaldemocratico è persino quello più serio: attento alle esigenze del mondo economico e istituzionale, ma poco influenzabili né dagli ambienti religiosi a destra né dai sindacati a sinistra, come il Fdp in Germania, o il partito dell'ex premier Anders Fogh Rasmussen in Danimarca. I nostri LibDems invece sono superficiali, emotivi e facilmente influenzabili dalle ultime mode culturali (spesso quelle del sapore ecologico o politically correct). Come molti altri elettori britannici, ho votato sia per i laburisti sia per i tories, ma voterei mai per i LibDems: è una questione di serietà.
Inoltre, dietro la loro facciata di ragazzi simpatico delle idee sbarazzine, cè una verità sconveniente.
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