Cultura e Spettacoli

Londra, niente crisi siamo a «Frieze»

Alla fiera un giro d’affari di quasi 50 milioni di euro

Pesi massimi riuniti a Londra per la 3ª edizione di «Frieze», la fiera dell’arte contemporanea che si è conclusa il 24 ottobre. 160 gallerie e un giro d’affari sempre in crescita, dai 22 milioni di euro del primo anno, ai 40 milioni del 2004, e una crescita del 20 per cento quest’anno, per un totale di quasi 50 milioni di euro. La fiera si è svolta come sempre in una struttura allestita per l’occasione a Regent’s Park, ma non c’è desiderio di espansione per i due giovani organizzatori, Amanda Sharp e Matthew Slotover, che nascono come editori dell’omonima rivista Frieze. Preferiscono concentrarsi sui possibili miglioramenti, e il corollario della fiera diventa così parte integrante della medesima: mostra di sculture nel parco, progetti speciali di vari artisti realizzati appositamente, un concerto di Karlheinz Stockhausen e una sezione speciale dedicata ai bambini. Tra le nuove gallerie, la napoletana Raucci/Santamaria si aggiunge alle sette italiane delle scorse edizioni.
Un comitato di esperti nominati dalla Tate Gallery ha acquisito in fiera per la Tate Modern un nuovo gruppo di opere per la collezione del museo. Girando tra gli stand, oltre agli accaniti collezionisti, si notavano tra i visitatori anche un cospicuo numero di artisti, tra cui gli italiani Paola Pivi e Maurizio Cattelan. La qualità delle opere in vendita era alta e la selezione operata dai galleristi molto accurata.
La fiera è motore per una serie di eventi che forse non avrebbero lo stesso rilievo organizzati in altri periodi, trasformandosi nella «Settimana di Frieze», e Sotheby’s e Christie’s non avrebbero preparato aste di tale importanza senza la fiera.

Londra come snodo internazionale apre anche nuove strade: il mondo arabo, da sempre grande acquirente di arte islamica, si sta spostano sul contemporaneo e al gruppo di collezionisti convogliati qui si sono aggiunti quest’anno i turchi e gli iraniani.

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