Londra, offensiva di charme dei Reali di Francia

Sarkozy offre alla Gran Bretagna il rapporto privilegiato che Mitterrand e Chirac avevano concesso alla Germania. E la «first lady» incanta i Windsor con la sua eleganza

Un vero «accordo fraterno franco-britannico»: questa la proposta formulata ieri pomeriggio da Nicolas Sarkozy durante il suo attesissimo discorso al Parlamento di Londra. Quasi avesse deciso di dar retta ai media parigini - che da giorni lo riempiono di suggerimenti sul come evitare gaffes di fronte alle autorità del Regno Unito - Sarkozy ha evitato di farsi trascinare dalla foga del proprio discorso. Sulla poltrona alla propria destra, il presidente aveva la first lady Carla Bruni, sobriamente vestita di scuro per l'occasione. Se la forma è stata rispettata - almeno in questa occasione - i contenuti del discorso sono stati profondamente innovativi, nel senso che Sarkozy ha ridimensionato il rilievo strategico della vecchia «locomotiva franco-tedesca», proponendo ai britannici di costruire insieme il nuovo asse copernicano attorno a cui far ruotare l'Europa.
Certo, Sarkozy si è coperto le spalle con una frase sul rilievo delle relazioni Parigi-Berlino («il motore franco-tedesco è indispensabile»), ma nella pratica egli ha fatto di tutto per dimostrare esattamente il contrario, ossia il fatto che la grande scommessa dell'avvenire è la relazione tra le due sponde della Manica e non più quella tra le due sponde del Reno. Sarkozy si è sbilanciato fino al punto di raccontare come il mondo britannico abbia stimolato un tempo le sue «fantasie giovanili». Sul terreno propriamente politico, l'inquilino dell'Eliseo ha formulato una proposta seducente ai suoi interlocutori britannici: creare una vera e propria difesa europea, basata «sui due Paesi che sostengono insieme i due terzi dello sforzo totale dei 27 dell'Unione europea in termini militari». Con una sola frase, Sarkozy ha voltato la pagina del vecchio «sistema difensivo franco-tedesco», fortissimamente voluto dal presidente François Mitterrand a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Ormai è chiaro: la presidenza francese dell'Unione europea, che comincerà il prossimo primo luglio, sarà caratterizzata da una forte accelerazione sul terreno della difesa comune e questo processo politico verrà gestito congiuntamente da francesi e britannici.
Un altro terreno d'intesa su cui Sarkozy ha insistito ieri pomeriggio nel suo discorso al Parlamento è stato quello della lotta all'immigrazione clandestina. «Noi - ha detto il presidente francese - abbiamo bisogno di una sola politica dell'immigrazione e non di ventisette politiche contraddittorie tra loro». Poi ha vantato le intese tra Parigi e Londra per individuare i clandestini e allontanarli verso i Paesi d'origine. «Occorre un autentico patto europeo dell'immigrazione», ha dichiarato Sarkozy mentre il premier britannico Gordon Brown sembrava approvare questo concetto con le espressioni del volto. Su un punto, verso la fine di un discorso durato tre quarti d'ora, il pubblico dei governanti e dei parlamentari britannici ha interrotto Sarkozy con un applauso: quando il presidente francese ha parlato dell'Afghanistan, affermando che «in quel Paese asiatico si gioca una partita essenziale per cui non possiamo accettare il ritorno dei talebani e di Al Qaida a Kabul: la vittoria è difficile, ma la sconfitta ci è proibita». Di qui la disponibilità di Sarkozy a rafforzare ulteriormente il contingente militare francese attualmente in Afghanistan nel contesto delle decisioni dell'Onu.
Sul fronte delle polemiche e dei pettegolezzi, una radio francese ha notato che - in occasione del discorso tenuto all'Assemblea nazionale di Parigi quand'era primo ministro - Tony Blair si rivolse ai deputati in perfetto francese, mentre ieri Sarkozy ha evitato di parlare la lingua del Paese di cui era ospite. Ha parlato francese in Gran Bretagna. C'è chi constata maliziosamente che il francese di Blair (che da giovane fece il cameriere sull'altra sponda della Manica) è nettamente migliore dell'inglese di Sarkozy, che ha compiuto studi da avvocato e che non ha mai fatto il cameriere. Ovviamente gli occhi dell’intera Gran Bretagna erano rivolti su Carla Bruni, che sembra proprio aver superato l'esame.

La nuova first lady è apparsa a suo agio sia nei momenti istituzionali (discorso in Parlamento, ricevimento alla corte della regina al castello di Windsor) sia in quelli più leggeri e mondani di questa visita ufficiale, che si sta rivelando un successo politico e che sta rilanciando la vecchia amicizia franco-britannica. Nel 1904 sbocciò l’Entente cordiale tra i due Paesi e ieri Sarkozy ha insistito sull'«accordo fraterno». Un bel passo avanti, anche se bisogna vedere se sarà l'Europa a beneficiarne.

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