In Gran Bretagna è pieno allarme «Eurogeddon». Se anche il prudente e compassato Economist, infatti, leva lipotesi di frantumazione dellEurozona dal congelatore dellimponderabile e comincia a esporla sulla bacheca del worst case scenario, allora vuol dire che siamo davvero messi male. A confermarlo, anche il ministro delle Finanze britannico, George Osborne, secondo cui «la crisi nellEurozona rappresenta una situazione difficile e pericolosa ed un crollo disordinato avrebbe effetti estremamente agghiaccianti sul Regno Unito». Ma se Osborne mette in guardia, altri parlano decisamente più chiaro. Nella fattispecie, William Hague, ministro degli Esteri, il quale non solo ha confermato che la Bank of England sta lavorando a dei contingency plans in caso di rottura dellEurozona a tutela di sterlina ed economia britannica ma, addirittura, attraverso il Foreign Office ha dato mandato alle ambasciate britanniche nellarea euro di preparare piani per aiutare i cittadini britannici residenti allestero in caso di collasso della moneta unica, soprattutto per lipotesi di fallimenti bancari con conseguente incapacità di ritirare contante e violenze di piazza in seguito allo scoppio della crisi sociale, fino a ipotesi estrema di aiuto allevacuazione. Ovvero, Londra teme e prefigura il rischio di scenari greci ovunque nellEurozona ma con particolare attenzione verso Italia e Spagna, stando a quanto riportava ieri il Daily Telegraph. Insomma, non siamo più alla categoria del «se» ma del «quando», come confermava ieri al quotidiano londinese una fonte governativa anonima, secondo cui «lesecutivo e le istituzioni britanniche stanno pianificando la loro azione sulla base del fatto che un collasso delleuro sia solo questione di tempo e agire danticipo ci consente di preparare le contromosse».
E ancora, la Fsa - la Consob britannica - ha chiesto con urgenza alle banche britanniche di rafforzare i loro contingency plans in caso di rottura dellEurozona, visto che alcuni analisti pensano che labbandono delleuro potrebbe comportare il dimezzamento - in alcuni casi estremi - del Pil di alcuni Paesi, scatenando disoccupazone di massa, oltre a unondata di shock capace di porre a rischio la tenuta dellintero sistema finanziario, con istituti di credito incapaci di onorare i depositi e aziende dipendenti dal credito bancario costrette alla chiusura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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