L'onore di celebrare mezzo secolo di rock

Il loro primo show fu nel 1968 Ora arrivano musica inedita e un libro

L'onore di celebrare mezzo secolo di rock

Per capirci, cinquant'anni fa di questi tempi i Led Zeppelin neppure si conoscevano tra loro. Ora tutti, ma proprio tutti, hanno ascoltato almeno una volta una loro canzone nonostante, pensate!, l'ultimo brano inedito sia stato pubblicato nel 1982 (in Coda). Quei quattro - il bello il cattivo, il bravo e il tecnico - si conobbero in fretta e furia e poi a settembre 1968 fecero il primo concerto a Gladsaxe in Danimarca. Pubblico senza parole. L'irruenza acerba e potentissima di standard del rock'n'roll come Train kept A-rolling o di pezzi scritti da altri come Dazed and confused o di brani nuovi come Communication breakdown erano pugni in guanti di velluto virtuoso. Ma i quattro non si chiamavano ancora Led Zeppelin, erano «soltanto» i The New Yardbirds. Obbligato a rispettare il contratto per un tour, Jimmy Page, l'unico superstite dei vecchi Yardbirds, aveva trovato quasi per caso il cantante Robert Plant, che aveva consigliato il batterista John Bonham. Il bassista John Paul Jones fu consigliato dalla moglie a contattare Page, che lo prese.

A ottobre rimasero per pochi giorni all'Olympic Studios di Londra, poi firmarono un contratto con l'Atlantic (duecentomila dollari, un'enormità allora), adottarono il nome forse consigliato da Keith Moon e John Entwistle degli Who e il 12 gennaio 1969 uscì il disco Led Zeppelin che sparigliò per sempre le carte. Sembra ieri. Il primo minuto del primo brano Good times bad times (Bonham incalzante, Page spiritato, Plant ossessivo) è un biglietto da visita che non è sgualcito neppure oggi. Gli Zeppelin non erano heavy metal, però erano metallici, sensuali, insaziabili nell'inventare la nuova via tra blues e folk e tutto il resto. Perciò non è un caso che per festeggiare il mezzo secolo di storia, Jimmy Page abbia annunciato che, ebbene sì, quest'anno sicuramente uscirà «qualcosa dei Led Zeppelin che le persone non hanno mai ascoltato, perché ci sto lavorando. Ci sarà tutta una serie di sorprese».

Intanto uscirà un volume illustrato, che sarà pubblicato da Reel Art Press. Insomma, potrebbe essere l'inizio di ciò che i Led Zeppelin non hanno mai fatto, ossia la mercificazione della loro memoria. Ma è comunque la prima vetrina per una ricorrenza decisiva. Nel 1968 uscirono dischi che ancora oggi i giovanissimi continuano a ricercare perché oggi quell'enfasi lì, quella passione artigianale, ma virtuosa, e la storia che le accompagna sono introvabili. C'è altra musica, diversa e imparagonabile, ma quella virulenza esplorativa e creativa è ancora una calamita per l'attenzione di chi, adolescente ma non solo, ha voglia di specchiarcisi dentro. Dopotutto, nel 1968 furono pubblicati il White Album dei Beatles, Astral Weeks di Van Morrison, Electric Ladyland di Jimi Hendrix, Beggars Banquet dei Rolling Stones, Lady Soul di Aretha Franklin (con Chain of fools), A Saucerful of Secrets dei Pink Floyd, The Book of Talyesin dei Deep Purple, Wheels of fire dei Cream e At Folsom Prison di Johnny Cash. Praticamente la Treccani del rock e del soul. Intuizioni musicali che germogliano ancora oggi. Qualcuno di loro se ne è andato, qualcuno come Aretha è sostanzialmente in pensione ma qualcuno di quegli artisti è ancora in giro e non sono soltanto i Rolling Stones o Paul McCartney o Sir Van Morrison che, classe 1945, il 6 maggio suonerà a Londonderry nella sua Irlanda.

Che anno quell'anno.

E non è la nostalgia canaglia ad addolcire i ricordi. Come in altre arti e in altre epoche, ci sono anni decisivi. E in quel 1968 non capitò soltanto a quattro grandi musicisti di ritrovarsi quasi per necessità contrattuale diventando poi una band da trecento milioni di copie vendute. Il miglior assolo di chitarra della storia è quello di Stairway to heaven. I loro dischi sono considerati tra i migliori di sempre. E sono entrati nel Guinness dei Primati per la maggior richiesta di biglietti per una singola esibizione dal vivo (oltre 20 milioni di prenotazioni in 24 ore per lo show alla O2 Arena di Londra nel 2008).

Perciò quando Jimmy Page ha annunciato musica «mai ascoltata» dei Led Zeppelin, senza volerlo ha aperto la celebrazione dei dodici mesi che cambiarono per sempre la musica. E, mezzo secolo dopo, non hanno ancora smesso di farlo.

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