Lonquich scopre i motivi «segreti» di Skrjabin, Berg e Anton Webern

Alexander Lonquich ha voluto intitolare «Innere Stimme» (Voci interiori) il concerto che terrà questa sera alle 20.30 all’Aula Magna della Sapienza per la stagione della Iuc (Istituzione universitaria dei concerti). Il titolo è dovuto al fatto che Lonquich farà ascoltare le voci «più profonde e segrete» di alcuni grandi compositori, a partire da Robert Schumann, il più romantico dei musicisti, di cui eseguire Davidsbundlertanze op. 6 e Humoreske op. 20, formati da una serie di brevi brani fantastici, che riflettono le sue visioni, le sue speranze e le sue disillusioni. Seguono tre musicisti degli inizi del XX secolo, Aleksander Skrjabin, Alban Berg e Anton Webern, le cui voci parlano linguaggi diversi ma ci raccontano tutte la fine di un’epoca e la nascita del mondo moderno. Skrjabin cerca di sfuggire alla crisi di valori abbracciando le utopie metafisico-teologiche della sofiologia, che si riflettono nelle ardenti fiammate e nei timbri magici e incantatori dei Due Poemi op. 63. Il giovane Berg nella sua prima composizione importante, la Sonata op. 1, dà l’addio al Romanticismo portando agli estremi sviluppi la dissoluzione della tonalità avviata da Wagner. Webern nelle sue Variazioni op. 27 si rifugia nei perfetti cristalli sonori di una musica astratta, che chiude le porte all’espressione e al soggettivismo.
Nato a Trier, in Germania, Alexander Lonquich ha vinto il primo premio al Concorso Casagrande nel ’77 e da lì è iniziata una carriera internazionale che lo ha portato a suonare in tutto il mondo. Ma la vittoria a quel concorso ha segnato non solo la sua attività artistica ma anche la sua vita privata, perché da allora è rimasto sempre legato all’Italia e infine ha anche deciso di viverci. La sua attività lo vede impegnato con grandi direttori d'orchestra, da Claudio Abbado, a Marc Minkowski.

Particolare è stato il rapporto con Sandor Végh e la Camerata Academica Salzburg, di cui è tuttora regolare ospite nella veste di direttore-solista. Come camerista, negli ultimi anni Lonquich ha collaborato con Christian Tetzlaff, Joshua Bell, Heinrich Schiff, Heinz Holliger e Frank Peter Zimmermann.

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