Politica

Il look globale: quando è il monaco a fare l’abito

Le regole nell'abbigliamento esistono ancora? Quale abito fa il monaco? E quale monaco è tale per l'abito che indossa? Le varie categorie sociali si sono sempre contraddistinte anche attraverso i diversi modi di vestire. È stato questo il crinale che ha diviso soprattutto le classi ricche da quelle povere, oltre alle varie caste tra di loro.
Uno degli aspetti positivi della globalizzazione è che l'abito - a tutti gli effetti - non fa più il monaco, merito questo anche della democrazia che avvicina sempre più le persone fra loro abbattendo le differenze materiali e ponendo il confronto sulla base del valore degli individui. Così è sempre più frequente, soprattutto nel mondo della cultura, vedere il massimo low profile nello stile del vestire che diventa addirittura «anti elegante» o meglio manifestazione di umiltà, semplicità, praticità. Spariscono le pretenziose redingotte, i gilet sotto le giacche, le cravatte; le donne fanno dei jeans la base del loro abbigliamento portati con cappe di alta moda e sciarpe molto eleganti . Anche le più rampanti stanno abbandonando i tacchi a spillo, le calzature infatti si orientano verso sandali, ballerine o forme comunque comode, se non prese direttamente in prestito da quelle sportive.
Rimangono in retroguardia solo i nuovi ricchi che ancora oggi vedono nel gessato, nella cravatta blu e nei gemelli uno status symbol che però è ormai superato. Lo stesso vale anche in campo femminile per le rappresentanti della classe alta che si connotano per scelte sgargianti e immodeste.

Insomma, l'abito non fa il monaco. Finalmente!

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