"L'oro di Capri è tutto quello che ti regala un'emozione sull'isola azzurra: le grotte, i colori del mare, storie e leggende che in qualche modo sconfinano nella realtà". Maria Elena Aprea, vice presidente e direttrice artistica di Chantecler è un fiume in piena nel descrivere la nuova collezione del celebre marchio di gioielleria caprese fondato nel 1944 da suo padre Salvatore in società con Pietro Capuano, mitico protagonista della dolce vita isolana. Affascinati dalla leggenda della campanella di San Michele che avrebbe portato fortuna a un povero pastorello, i due ebbero l'idea di forgiare nel bronzo con metodi da alta gioielleria una campana che il Presidente Roosevelt avrebbe dovuto suonare nel buio della guerra come messaggio di pace e fratellanza tra i popoli. A farlo fu invece il suo successore, Harry Truman, quando, il 15 agosto 1945, annunciò la fine del secondo conflitto mondiale. Da quel momento in poi Chantecler divenne un punto di riferimento per i ricchi turisti americani in visita a Capri e con loro arrivò tutto il jet set internazionale capitanato da Jackie Kennedy. Maria Elena impara dal padre a utilizzare materiali diversi dai classici brillantoni incastonati nell'oro giallo 18 carati o nel platino per i gioielli da sera. "A lui piacevano assolute rarità come le perle Conch che non sono coltivabili ed essendo composte da prismi di aragonite hanno una luce incredibile e poi usava solo i cosiddetti diamanti Fancy cioè colorati con sfumature blu, rosa, verdi o gialle" racconta prima di spiegare che per lei è stato più difficile ma inevitabile utilizzare pietre e metalli diversi dal solito. Per esempio in questa collezione dedicata all'Oro di Capri il pezzo più prezioso è la parure Aqua composta da collier, anello, bracciale e orecchini in titanio cangiante, un effetto ottenuto con un processo elettrolitico che riproduce sulla superficie del gioiello le stesse insondabili sfumature del mare d'inverno. Sul metallo vengono poi incastonati diamanti ruggine, porpora e blu: una meraviglia. Non mancano le creature fantastiche che diventano straordinari anelli: il cavalluccio marino, il riccio corno o il meloncino. Una parte importante della collezione è realizzata in collaborazione con l'artista Roberto Di Alicudi che dipinge soggetti tra il sacro e il profano su vetri antichi con la tecnica dei Pincisanti nata in Sicilia nel XVII secolo.
Medaglioni, spille e orecchini si riempiono così di gesti scaramantici tipo le corna, di sirene con tre seni che fanno il bagno intorno ai faraglioni, di galletti canterini (simbolo di Chantecler) e di Madonne circondate dai pesci nella Grotta Azzurra. "Il prossimo aprile festeggeremo l'ottantesimo compleanno di Marina Abramovic presentando alla Biennale di Venezia una capsule di gioielli creati in collaborazione con lei che sente l'energia delle pietre di Capri mentre io sento quella delle gemme" dice madame Aprea cullando con lo sguardo la linea Et Voilà realizzata in argento ma con tecniche da alta gioielleria per cui le forme sono modellate a mano nella plastilina mentre le decorazioni sono scolpite sempre a mano sulla resina della cera. Il pezzo forte della linea è una nuova campanella d'argento un po' più grande del solito e con le stesse volute del barocco caprese che decorano la facciata di Chantecler e la chiesa di Santo Stefano.
"Ci siamo rivolti a una fonderia che fabbrica vere campane da campanili conclude - così è speciale anche il suono dell'oggetto che in mezzo a tutto costa 500 euro, ma il valore intrinseco qui è dato dall'amore per Capri e per il nostro lavoro".