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L'oro, quel lusso che non conosce crisi

Ormai ha raggiunto cifre stratosferiche. E potrebbe diventare più caro dei diamanti

L'oro, quel lusso che non conosce crisi
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Il prezzo dell'oro è come la lunghezza delle gonne: aumenta nei momenti di crisi e diminuisce in quelli di stabilità socio economica. Negli ultimi mesi ha raggiunto cifre stratosferiche: circa 120 euro al grammo. Gli analisti finanziari preferiscono parlare di dollari e once (una è pari a circa 31 grammi), ma quando ti dicono che il prezioso metallo ha raggiunto i 4000 dollari l'oncia e potrebbe arrivare al tetto mai sfiorato dei 5000 dollari, qualcuno impallidisce. In effetti un aumento di questa portata (siamo al 51% solo per l'anno in corso) non si vedeva dai tempi dello shock petrolifero nel 1979. Con gli anni Ottanta esplose un fenomeno che Roberto D'Agostino definì edonismo reaganiano e in quella sorta di democrazia del frivolo la moda divenne di moda trascinando con sé un nuovo tipo di gioielleria in cui il valore intrinseco di pietre e metalli era secondario rispetto al design. Oggi avviene il contrario: mentre il mercato globale del lusso legato all'abbigliamento è in crisi nera, il comparto della gioielleria avanza in tutto il mondo sia per i consumatori alto spendenti, sia per quelli di fascia media. Non a caso le esportazioni italiane superano ormai i 10 miliardi di euro l'anno e secondo le stime più recenti il fatturato mondiale nel 2025 sarà di oltre 328 miliardi di euro. Attenzione però: da tempo i grandi marchi della gioielleria stanno studiando materiali alternativi per mantenere in vita l'industria dell'oreficeria anche quando l'oro diventerà più raro dei diamanti. Infatti recuperando e poi fondendo tutto l'oro estratto dall'antichità ai giorni nostri si otterrebbe un cubo di 20,93 metri per lato. È poco più della lunghezza di una motrice del Frecciarossa che misura 20,25 metri. Il preziosissimo cubo avrebbe un volume leggermente inferiore a quello di 4 piscine olimpioniche. Sembra che la quantità d'oro complessiva già estratta sia pari a 173.500 tonnellate così ripartite: il 48,5% (85.900 tonnellate) nella gioielleria, il 20% (35 mila tonnellate) in mano a investitori privati, il 17,2% (30.500 tonnellate) in possesso delle banche centrali e il 12,2% (20.600 tonnellate) utilizzato per scopi industriali. Le statistiche dicono che la quantità d'oro ancora da scavare (il cosiddetto Below Ground Stock) ammonti a circa 54mila tonnellate, molte delle quali indisponibili a causa dei costi esorbitanti di estrazione.

Al momento per estrarre un'oncia d'oro un minatore lavora 38 ore, vengono estratte 3,4 tonnellate di minerale grezzo da macinare e sottoporre a complicati processi come la cianurazione per cui occorrono 6.300 litri d'acqua, da 6 a 16 metri cubi d'aria compressa e la stessa energia elettrica che si consuma in una casa privata per 10 giorni. Ecco perché in questo inserto vi parliamo solo dei gioielli più speciali.

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