Il loro prof: «Ora basta clamori, ma i giovani imparino il rispetto»

Per Aldo Scarpis la vicenda dell’allagamento della scuola per evitare un suo compito in classe di greco è una vicenda chiusa ormai da un pezzo. «Da quando sono rientrati in classe, dopo le sue settimane di sospensione – racconta – per me quegli studenti sono tornati studenti come tutti gli altri. Del resto da allora si sono comportati come tali: mai un richiamo particolare per qualsiasi altra vicenda. Sulla pagella tutti hanno poi raggiunto dei risultati sufficienti. Una ragazza, in particolare ha la media dell’otto. Continuo ad essere convinto che al di là del clamore suscitato da quel gesto inconsulto, tutti avrebbero potuto trovarsi al loro posto. Perché questa è la generazione con cui abbiamo a che fare».
Il prof cita un episodio particolarmente significativo di questo finale d’anno scolastico: «A una settimana dal termine delle lezioni – dice – ho detto ai miei allievi, in particolare quelli che una volta chiedevano l’allontanamento dei compagni che avevano allagato la scuola, di evitare di chiudere l’anno col solito lancio di uova. Ho spiegato che non si trattava di una goliardata, ma di un vero e proprio comportamento teppistico. Né più né meno appunto che allagare la scuola. Non credo che abbiano colto il messaggio. Il dramma è che questi ragazzi ormai non hanno più regole da seguire. Non sanno che per strada non devi picchiare le vecchiette, perché nessuno glielo ha mai detto».
Che fare, allora? Aldo Scarpis chiama in causa l’intera società degli adulti «che – dice – non sa, e non sappiamo più entrare in contato coi giovani». E la scuola? «Credo che le discipline ormai vengano dopo – continua –. Prima bisogna tornare a insegnare l’educazione, il rispetto degli altri e delle cose che si toccano e che si utilizzano». Paradossalmente un obiettivo che per i cinque allagatori sembra stato gioco forza raggiunto. Perché di fatto non solo non hanno più dato luogo a comportamenti censurabili, ma ciascuno di loro ha avuto modo di impegnarsi in attività particolarmente significative.
Una delle ragazze, in particolare, ha conquistato il prof di greco del Parini. «Era già brava anche prima di quella vicenda in cui mi pare che si sia fatta coinvolgere per la legge del gruppo: lei in greco aveva già otto, e non aveva nulla da temere da quel compito in classe.

E comunque è riuscita a non farsi mai travolgere dagli eventi. Ha capito quel che le era successo e si è pienamente impegnata a rimediare. È diventata davvero un bella persona. Il prossimo anno tutti finiranno il liceo: arriveranno al diploma secondo i loro meriti».

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