Gian Piero Scevola
da Milano
Niente pace per Paolo Di Canio: il procuratore federale ha infatti avviato uninchiesta, non solo sul saluto romano in Livorno-Lazio, ma anche sulle dichiarazioni del giorno dopo. E per «Paolo il caldo» si annunciano giorni duri, con una sicura salata ammenda ma anche, visto che è recidivo, la possibilità di una squalifica fino a tre giornate per violazione dellarticolo 1 del codice di giustizia sportiva.
Intanto le polemiche non si placano. «È più preoccupante la reazione di Di Canio rispetto al saluto, perché viene richiamato il concetto del potere occulto degli ebrei, che lopinione pubblica ha già sentito troppe volte», il commento di Amos Luzzato, presidente dellUnione delle Comunità ebraiche. E mentre il segretario di Forza Nuova, Roberto Fiore, esprime «solidarietà e ammirazione» al giocatore, una critica arriva a Di Canio da Luca Toni, capocannoniere del campionato: «A me piace parlare solo di calcio, specie quando sono dentro uno stadio. Non ha senso andare oltre, ognuno è giusto che abbia le proprie idee politiche, ma deve tenersele per sé, specie in campo. Quindi niente politica negli stadi».
A dare una mano a Di Canio (che laveva espressamente chiesta) ci pensa il presidente biancoceleste Claudio Lotito, che ieri in Lega ha difeso, con toni anche concitati, la sua Lazio oggetto, a suo dire, di una strumentalizzazione giornalistica a causa del saluto romano: «Politico? E quello che ha fatto il Livorno? È politico o no cantare Bandiera rossa? Perché non si parla mai di Lucarelli? Perché i giornali non hanno mai preso posizione contro la strumentalizzazione politica?».
Lotito è un fiume in piena, impossibile fermarlo o contenerlo: «Saranno i tribunali a stabilire le varie situazioni nei termini di violazione o meno del codice penale. Allora è giusto che ci sia la violenza da parte di alcuni estremisti di un certo colore politico e non ce ne sia da parte di altri? Ognuno reagisce alle provocazioni a modo suo. Io sono stato insultato in tribuna a Livorno e quel gran signore di Spinelli ha invitato i tifosi a farla finita. Ora è stata aperta unindagine, una delle tante, e se sono motivate, devono andare avanti. Se cè un fatto nuovo, lo affronteremo con tranquillità e serenità. Il gesto di Di Canio è postumo a un atteggiamento politico che si è verificato. Spetterà a terzi stabilire se è giusto o sbagliato».
La soluzione lha però trovata lonorevole Maria Burani Procaccini, presidente della commissione bicamerale Infanzia. «Di Canio e Lucarelli vadano nelle scuole superiori a spiegare cosè la violenza negli stadi, per vedere se riescono a tenere separati i loro ideali dalle competizioni calcistiche».
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