Lotito l’orgoglioso: «Una squadra cinica e di carattere»

Ma Rossi ammette: «Un pareggio sarebbe stato più giusto» L’eroe Ballotta: «Come è duro allenarsi a 42 anni...»

Lotito l’orgoglioso: «Una squadra cinica e di carattere»

da Treviso

La Lazio espugna Treviso malgrado la squadra dimezzata. Ma la sorte così infausta nell’infermeria è stata più benigna in campo, come ammette lo stesso Delio Rossi: «Oggi (ieri, ndr) non abbiamo fornito certo una prova scintillante, e credo che il pari sarebbe stato il risultato più giusto, perché è vero che il Treviso ha avuto qualche punizione pericolosa in più, ma è altrettanto vero che grandissime occasioni non ce ne sono state da ambo le parti», è il bilancio del tecnico biancoceleste. Che poi filosofeggia: «Ma il calcio è così: tante volte ci è capitato di commentare partite perse in trasferta quando meritavamo di più, e oggi è il contrario».
Di certo c’è che la vittoria in Veneto avvicina la Lazio alla Coppa Uefa, anche se Rossi da questo orecchio non ci sente: «Qual è il nostro obiettivo? Arrivare a casa stasera - dribbla la domanda dei giornalisti Rossi -. Dobbiamo fare una cosa alla volta, vivendo alla giornata: una squadra non deve dichiarare l’obiettivo, ma solo centrarlo; intanto, abbiamo fatto il settimo risultato utile di fila, e ora la cosa più importante è recuperare i tanti infortunati».
Molto contento il patron Claudio Lotito: «Oggi mi è piaciuto il cinismo dei miei: è stata una Lazio volitiva, che ha dimostrato un carattere forte ed ha creduto fino alla fine nel risultato», ha detto il presidente, che sottolinea: «Noi riusciamo a vincere senza dietrologie, perché la Lazio non ha avuto vantaggi da nessuno». E sul migliore in campo, il «nonno» Ballotta, Lotito ha detto che «io ho preso Ballotta per le sue caratteristiche e oggi ha fatto un’ottima prestazione; questo dimostra che stiamo lavorando bene, sia per oggi che per il futuro».
Ed eccolo, Ballotta, eroe di giornata a quasi 42 anni. «Certo alla mia età gli allenamenti sono sempre più duri - rileva -, ma finché mi diverto non smetto certo di giocare. Ogni tanto, poi, quando i due fortissimi portieri titolari della Lazio non ci sono, riesco a fornire qualche prova importante, e certo sono ancora soddisfazioni». Ieri c’era anche la voglia di rivincita contro un Treviso portato in A proprio da Ballotta e poi scaricato dalla società e il suo commento: «Certo - dice Ballotta - ci sono rimasto un po’ male, ma hanno cambiato ds e tanti giocatori, quindi evidentemente i piani erano diversi».
In casa Treviso la delusione di Alberto Cavasin è evidente: «La nostra prestazione meritava di più di una sconfitta - dice - ma ci siamo inventati un altro modo paradossale di perdere; in fin dei conti, un pareggio sarebbe stato più giusto, perché noi abbiamo prodotto di più ma non siamo riusciti a concretizzare». Eppure, questo Treviso non dispiace al suo allenatore che sottolinea come «siamo riusciti a tenere testa a squadre di alta classifica, senza però mai vincere.

In serie A la differenza la fanno le sfumature, che le altre hanno e noi no, forse perché sono più bravi». «Sono ancora convinto, però, che il Treviso abbia ancora speranze di salvezza - avverte Cavasin - perché 4, 5 squadre sono vicine: dobbiamo assolutamente vincere una partita: sbloccandoci potremo recuperare».

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