Lotito preme, l’Inter frena Il caso Pandev diventa un mistero buffo

CAVANI Zamparini alza il prezzo: «Se qualcuno vuole il brasiliano deve sborsare 30 milioni»

Che nostalgia, ragazzi. Non c’è più la cena dei presidenti di calcio di una volta. La chiamavano cena delle beffe perché i fieri rivali si scambiavano auguri e pacche sulle spalle dopo aver provato a scambiarsi reciproche coltellate alla schiena. Solo la location è rimasta identica: albergo di piazza della Repubblica. Hanno cambiato l’orario dell’assise, trasformandola in una colazione, come s’usa ai nostri tempi. Hanno lasciato a casa gli arbitri e i loro dirigenti che ricevevano, a volte, Rolex preziosi, disinnescando così ogni velenosa polemica. Per dare lustro all’evento, ieri hanno dovuto scomodare qualche direttore di giornale, giunto a salutare un vecchio sodale, Maurizio Beretta, attuale presidente di una Lega ormai fantasma, impalpabile. Così, nella colazione di ieri mattina, dedicata agli auguri e allo scambio dei doni, l’unico momento di vera emozione è stato l’applauso sincero indirizzato da tutto il calcio schierato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, seguito dal ritorno di uno stagionato presidente, Luciano Nizzola.
I cronisti di antico e nuovo pelo hanno dovuto perciò rimediare inseguendo probabili trattative di calcio-mercato, rese ancora più ghiotte dalla presenza, immancabile, di mediatori. Per esempio, Claudio Lotito, presidente della Lazio, è rimasto al centro del caso più chiacchierato: il caso Pandev. Il macedone ha chiesto la rescissione per colpa del club romano (l’ha messo fuori squadra): il collegio arbitrale, tra intoppi vari e misteriose fughe di testimoni, dovrà produrre lunedì il verdetto atteso. Ma ieri sono emersi altri dubbi sulla conclusione del contenzioso: il presidente della Lazio ha trascorso parte del pomeriggio negli uffici di Beretta e del segretario, dottor Brunelli, in evidente pressing. Più che un giallo, sta diventando un mistero buffo.
Intorno a Pandev, i giochi sono fatti. Perché, a dispetto delle dichiarazioni rese ieri, l’Inter è sempre pronta ad accogliere l’attaccante macedone a costo zero per rimpiazzare così Eto’o senza un grande investimento economico. Altro che gratis. Lotito ha infatti chiamato lo staf nerazzurro per far sapere: «Se volete Pandev dovete scucire 10 milioni». La replica di Moratti: «Al momento ci sono zero possibilità che arrivino Pandev o Toni», chiudendo la porta ad altri arrivi. E invece il no vero e proprio è stato pronunciato nei confronti di Toni: costa troppo, somiglia a Milito ed è in là con gli anni. Pandev invece corrisponde alle esigenze di Mourinho.
L’eventuale rinvio del caso Pandev rilancerebbe le quotazioni di Cavani sul conto del quale, ieri, Zamparini ha raccontato un po’ di cifre. «Nessuno me l’ha chiesto in prestito (Inter, ndr), mi hanno offerto invece 25 milioni, se arrivano a 30 può partire» lo stato dell’arte. Ritirata strategica del Milan dal mercato della punta. «Se ne parlerà a giugno» la garanzia di Galliani.

Ma il vero piano milanista è il seguente: parcheggiare all’estero il giovanissimo Adyah e prendere un attaccante di maggior affidamento. Sul piede di partenza Marco Storari, portiere nel frattempo scavalcato dal ritorno di Dida e dalla guarigione di Abbiati. Andrà all’estero: Spagna o Inghilterra.

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