La lotta allabusivismo a Roma «continuerà con più determinazione di quanto finora è stato fatto». Lo assicura il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che ieri al question time ha risposto ad una interrogazione del parlamentare del Partito democratico Roberto Giachetti su abusivismo e tutela dei beni artistici e architettonici della capitale. E ha ribadito la sua volontà di «continuare a monitorare con determinazione, scrupolo e rigore» sul sistema dei beni culturali della capitale.
Giachetti chiedeva conto della chiusura a Roma dellufficio che durante le precedenti amministrazioni di centrosinistra si era occupato «con successo della lotta allabusivismo», nonchè della rimozione del geometra che lo dirigeva, Massimo Miglio.Bondi ha risposto riportando le assicurazioni ricevute a questo proposito dal sindaco Gianni Alemanno e sottolineando che «non cè alcun atto censorio nei confronti del geometra Massimo Miglio».
Purtroppo però, ha spiegato il ministro citando Alemanno, «una verifica giuridica compiuta sulla struttura degli uffici di gabinetto impedisce a norma di legge di mantenere in vita lo specifico ufficio costruito con la figura del geometra Miglio». Ma la lotta allabusivismo non si ferma e il segnale, ha sottolineato Bondi citando in questo caso lassessore allurbanistica Marco Corsini, è listituzione «di un ufficio di coordinamento operativo per la repressione dellabusivismo edilizio che avrà un organico adeguato nel numero e qualità di tecnici e impiegati e risorse che verranno raddoppiate».
Il ministro ha quindi assicurato il suo impegno nel monitoraggio di quanto avviene per i beni culturali della capitale, e citato il recente caso del parcheggio interrato sul Pincio, dove con il suo impegno, ha ricordato, «è stato scongiurato uno scempio archeologico e paesaggistico senza precedenti».
Bondi si è detto quindi daccordo sulla necessità di mantenere alta la guardia contro labusivismo edilizio: «Credo e auspico un orientamento comune fra tutti, da comune, provincia e regione fino al governo centrale», ha detto. Tutelare i beni culturali senza tutelare il territorio e il paesaggio, ha ribadito il ministro, «sarebbe opera vana e inconcludente. Se distruggiamo il nostro paesaggio distruggiamo la ricchezza più importante per noi e per il futuro del paese e distruggiamo in questo modo anche il turismo».
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