Lotta all’effetto serra, il regolamento Ue è pro Italia e Francia

Il 5 giugno è stato pubblicato il Regolamento Ue sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, tema sul quale si è più volte espresso criticamente l’amministratore delegato di Fiat Group, Sergio Marchionne («queste regole costeranno alle imprese del settore 45 miliardi e avranno come effetto quello di ridurre le emissioni di CO2 dello 0,0015% l’anno: una percentuale ridicola, un rapporto tra costi e benefici semplicemente assurdo»). Eppure, dati alla mano, il marchio Fiat, secondo la classifica stilata da Jato Dynamics riferita al 2008, risulta in assoluto quello più virtuoso (133,7 grammi per chilometro). È già molto vicino, in pratica, a 130 grammi, il livello medio stabilito a Bruxelles per il nuovo parco auto a partire dal 2012 e che, attraverso un maggiore ricorso ai biocarburanti e a interventi su pneumatici, climatizzatori e stile di guida, sarà ridotto a 120 g/km. Dal 2020, infine, il limite dovrà essere pari a 95 grammi. Il Regolamento appena pubblicato sembra premiare la strategia di un costruttore, come quello italiano, che ha giocato d’anticipo in tema di downsizing e ricerca di motorizzazioni sempre più efficienti (il sistema Multiair, di imminente introduzione nella gamma, taglia le emissioni di CO2 dal 10 al 25%).
Pure i francesi (Peugeot, Citroën e Renault) possono sorridere, mentre a rincorrere sono soprattutto i tedeschi anche se di passi avanti ne hanno fatti parecchi. Bmw, per esempio, nel 2008 ha ottenuto la riduzione più importante (16 g/km in meno). Tutta l’industria, comunque, è sulla buona strada, visto che la media per l’intero mercato è scesa a 153,7 grammi/chilometro. Allo scopo di premiare i costruttori più «virtuosi», il Regolamento introduce anche «supercrediti» temporanei per il calcolo delle emissioni medie specifiche di vetture che scaricano meno di 50 grammi/chilometro di CO2, nonché ulteriori benefici per veicoli alimentati da carburante alternativo e per l’introduzione di tecnologie innovative, destinate ad aumentare l’efficienza di equipaggiamenti ausiliari oppure componenti. Tali «supercrediti» incideranno positivamente sulla media delle emissioni della casa che produce questo tipo di vetture. Attesa, in proposito, è ora una Direttiva chiamata a fare maggiore chiarezza. Lo stesso Regolamento Ue prevede poi uno schema progressivo di applicazione dei limiti stabiliti: il 65% della flotta entro il 2012, il 75% nel 2013, l’80% nel 2014 e il 100% a partire dal 2015. Le norme di Bruxelles, dopo le polemiche che hanno animato la discussione nei mesi scorsi, su presunti favoritismi o penalizzazioni, «così come impostate ora - commenta il manager di una casa - sembrano aver tenuto conto delle difficoltà causate dalla crisi e delle diversità esistenti. Interessanti, per esempio, sono i “supercrediti”».
Restano pesanti, comunque, le sanzioni in caso di superamento dei limiti. Il top sarà toccato nel 2019: 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso, moltiplicato per ogni auto nuova.

«I piccoli costruttori - osserva Gian Franco Simonini, legale del settore automotive - quelli, cioè, che producono meno di 10mila vetture l’anno, potranno usufruire di un regime speciale in deroga se sono indipendenti oppure se appartengono a un gruppo, ma hanno propri impianti di produzione e centri di progettazione. Ciò consentirà di non osservare la percentuale di riduzione ordinaria, ma quella che la Commissione Ue approverà, tenuto conto del potenziale economico e tecnologico del costruttore».

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