da Milano
Spesso la rivisitazione di brani di grandi cantanti porta a risultati stilisticamente esili. Non è questo il caso di Luca Jurman - «vocal coach» di Amici e soprattutto fantasioso pianista ed interprete della tradizione soul. Jurman ha dimostrato la sua capacità di omaggiare i maestri e di distillare emozioni in tre concerti domenicali - allinsegna del tutto esaurito - al Blue Note di Milano. La voce di Jurman è plastica, in grado ora di accarezzare le sillabe, ora di torcerle, ora di esaltarle nel falsetto. Unendo passione e divertimento, intimismo e ritmo, propone un originale vocabolario di black music guidando il suo interessante sestetto. Parte solo voce, piano e chitarra rileggendo in versione slow blues Route 66 del suo maestro Ray Charles e poi lega, con un pizzico di humour e improvvisazione verbale, le battagliere Whats Going On e Sexual Healing di Marvin Gaye, Ordinary People di John Legend, il sempreverde Sittin on Dock of the Bay di Otis Redding, On Broadway di George Benson, Change the World di Clapton. Riveste i brani con eleganza ma con la giusta ruvidità bluesy, giocando con il funky, la ballad, lo swing, il jazz, e con qualche piccola sorpresa, come No Woman No Cry che parte in versione gospel per solo piano e poi decolla coinvolgendo nel coro lintera sala. Intenso il duetto - in Natural Woman - con Chiara Iezzi di Paola & Chiara. Una citazione per il Battisti di E penso a te, e poi Jurman si abbandona ad alcuni dei suoi brani, ricchi di echi Motown, come Labbro e Nera (il cui video è firmato da Muccino), anticipazione del suo prossimo cd.
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