Luca Ronconi è il nuovo re degli «Olimpici»

Al regista il prestigioso premio. Migliori attori la Melato e Massimo De Francovich

Enrico Groppali

da Vicenza

Senza nascondersi le attuali difficoltà che si annunciano per il futuro della prosa (ma anche della lirica) con la drastica riduzione delle sovvenzioni ministeriali, il sottosegretario alla Repubblica Gianni Letta e il regista Luca De Fusco, direttore del Teatro Stabile del Veneto, non disarmano sul fronte della cultura. Come dimostra la terza edizione degli Olimpici del Teatro, il prestigioso premio tenacemente voluto dai due promotori tutt’uno all’Ente teatrale italiano, che ha laureato, nella splendida cornice immaginata dal Palladio, le firme più qualificate del palcoscenico di casa nostra. Quattordici critici dei più importanti quotidiani nazionali, una grande attrice come Giuliana Lojodice, l’amministratore delegato di RaiCinema Giancarlo Leone, dirigenti di enti pubblici, il neopresidente dell’Eti Pino Ferrazza e Marco Sciaccaluga, regista dello Stabile genovese, più una giuria esterna di quattrocento membri hanno scelto i vincitori di ben diciassette categorie dello spettacolo.
Infatti non solo attori, registi e drammaturghi sono scesi in lizza ma anche gli autori dei musical, i compositori delle musiche di scena e tutti coloro che, promuovendo l’innovazione e la ricerca, ci fanno ben sperare per un avvenire in cui la fantasia e l’intelligenza sopperiscano alle magre risorse attualmente disponibili. Incoronato all’unanimità Luca Ronconi (assente perché impegnato alla Monnaie di Bruxelles) per lo spettacolo più emozionante dell’anno, quel Professor Bernhardi di Arthur Schnitzler che non era mai stato programmato in Italia, gli Olimpici si sono poi concentrati sui talenti emergenti.
E qui ci sono state liete sorprese. Da Marco Foschi, figlio di Massimo, interprete della Trilogia di Pasolini messa in scena da Latella, ad Antonia Truppo scelta da Carlo Cecchi a impersonare la Figliastra dei Sei personaggi e, nella categoria dei monologhi, a un caratterista come il bravo Giancarlo Condé, protagonista di un eccentrico Rigoletto ispirato a Verdi e a Victor Hugo. Mentre acclamati come migliore attore e miglior attrice sono stati i due interpreti ronconiani per eccellenza: Massimo De Francovich per il testo di Schnitzler e Mariangela Melato per la doppietta rappresentata dalla barocca Centaura di Andreini e da un classico contemporaneo come Chi ha paura di Virginia Woolf?.
Festeggiatissimo dal pubblico è stato inoltre Alfredo Arias. Il regista franco-argentino di origine italiana è stato premiato per la novità musicale più discussa della stagione, Concha Bonita, ispirata al mondo di Manuel Puig.

Mentre un altro italiano adorato dai francesi come Pippo Del Bono ha raccolto larghi consensi per quell’Urlo dove, accanto al suo bizzarro circo di seguaci e puri folli, aleggia persino, eccitatissimo dalla novità, un attore come Umberto Orsini. Su tutto e su tutti infine ha dominato con la sua irrefrenabile ironia e il suo assoluto disprezzo per il luogo comune Tullio Solenghi, impagabile padrone di casa esperto in amorose e lancinanti invettive.

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