Il pianista Andrea Lucchesini aveva diciottanni, era tutto un boccolo biondo, portamento già elegante, e uno sguardo che non tradiva un sorriso quando veniva alla ribalta. Era lo sguardo acuto e serioso di chi era cresciuto con limpazienza della curiosità e il senso della disciplina che gli studi pianistici impongono, anche ai ragazzi di talento come lui. A lanciarlo, nel 1983, era la medaglia doro al Concorso Dino Ciani, alla Scala di Milano. Così, dalla natia Montecatini, Lucchesini (che ora sta a Firenze) si portava nei vari teatri e sale dItalia, quindi estere, confermando le attese di partenza. Tanto che oggi il suo nome spicca nel ristretto novero dei pianisti di casa nostra con una carriera di corso internazionale. Amante dei percorsi innovativi e delle squisite conversazioni della musica da camera, Lucchesini è particolarmente caro alla Società del Quartetto che lo ospita ripetutamente. Accade anche stasera (ore 20.30), nella sala Verdi del Conservatorio, dove il concertista propone un programma di estrema raffinatezza, in piena sintonia con il suo pianismo, del resto. A parlare sarà lAustria, nativa e dadozione, dellalba e tramonto Ottocento, di Franz Schubert e di Johannes Brahms. Lucchesini apre con la delicatezza delle miniature di Schubert, i Momenti Musicali, sorta di ninnoli musicali, e i quattro Improvvisi op.90, traduzione dellestemporaneità in musica.
Pagine, tutte, dove la tinta affettuosa fa tuttuno con il girare in tondo e il senso dellesitazione così intimamente schubertiani. Un affetto che acquista i colori dellautunno, della bruma e dello strazio delluomo di fine secolo nei Klavierstücke op. 118 e 199 Brahms.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.