Lucciole: una su tre è romena, in calo le albanesi

Più di 1500 «schiave» sulle strade di Milano. Le prostitute rumene soppiantano le albanesi. E le africane, il 30%, sono le vittime del racket più avido e violento. Moltissime sono state avvicinate dalle unità di strada della Caritas, che ora lancia un allarme contro le multe del Comune: «Non è la strada, giusta, si sbaglia obiettivo». È il giudizio che sulle ordinanze danno il direttore della Caritas ambrosiana, don Roberto Davanzo, e suor Claudia Biondi, responsabile del settore Area di bisogno dell’organizzazione: «C’è il rischio che le donne si allontanino: hanno sempre più paura e sono sempre più diffidenti». «La donna è l’anello debole della catena - avvertono dalla Caritas - e infierire sulla donna vuol dire sbagliare bersaglio».
Non è solo di principio, la questione. I dubbi sono sull’efficacia delle misure: «La nostra linea è sempre stata favorevole alla repressione e di aiuto alle forze dell’ordine - ha precisato Davanzo - Ma con questo tipo di misure si allontanano le donne. Non denunciano, perdiamo una fonte preziosa per risalire agli sfruttatori». «Devono essere incoraggiate a denunciare - ha spiegato - e non a scappare. Multarle non mi sembra efficace». Sono circa 600 quelle donne accolte dalla Caritas. È dalle loro confidenze che arrivano informazioni utili a ricostruire il percorso della tratta e i meccanismi del racket. Da lì partono le retate contro lo sfruttamento. Per la Caritas il giudizio non è definitivo, ma per ora questa repressione ha avuto un solo effetto: lo spostamento del fenomeno. «I numeri sono stabili - spiega suor Claudia - e non cambia nemmeno la mappa dei luoghi della prostituzione. Solo, vista la presenza massiccia di forze dell’ordine, c’è una tendenza a spostarsi in periferia e in luoghi più isolati». Un modo per smentire il Comune, che ha rilevato invece una diminuzione netta delle strade invase dalle lucciole. Secondo Palazzo Marino sono dimezzate dall’introduzione delle ordinanze che, nell’ultimo mese, avrebbero portato a sanzionare addirittura 30 persone al giorno fra clienti e prostitute (tre anche la scorsa notte, una era minorenne). «L’ordinanza - ha risposto anche ieri il vicesindaco Riccardo De Corato - svolge un’efficace azione deterrente». Per la Caritas invece non cambiano i numeri, ma cambia la nazionalità delle donne. Sempre più numerose le rumene (32,3%). Per De Corato una conferma: «Dietro il monopolio c’è una tratta gestita da bande criminali e gente senza scrupolo che va perseguita e punita duramente». Sempre meno le albanesi (11,4%). Le nigeriane sono il 30,7%. Le meno «costose», oggi. Chiedono 20-30 euro, le «tariffe» sono scese per tutte.

Le slave 30-40 euro. I trans 50. Le africane arrivano lungo i percorsi del racket dei clandestini, e devono riscattare 80mila euro, oltre all’affitto di una casa e di un tratto di marciapiede, prima di tornare «libere».

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