Luci fioche e tanti sbadigli Che noia a Villa Borghese

Cinzia Romani

da Roma

Sarà stato il crepuscolo, con le luci fioche dell’autunno incipiente a spegnersi tra gli alberi di Villa Borghese; saranno stati gli arredi neri dei pannelli fonoassorbenti, o, più ancora, gli abiti scuri della trojka capitolina (da Bettini a Blandini) e un signore magro e pallido profondamente addormentato in sala, a bocca aperta, come in articulo mortis, ma ieri più che di una cerimonia d’inaugurazione della Festa del Cinema, sembrava si officiasse un rito del caro estinto. Anche perché il cine-evento si è aperto, alla Casa del Cinema, nel nome di Marcello Mastroianni, il grande attore seduttivo, scomparso dieci anni fa e ora ricordato con una retrospettiva di 48 (quale numero significativo, per la Smorfia!) titoli provenienti dalla Cineteca Nazionale. «Sono timida, ma posso affermare che papà sarebbe contento di questo omaggio», ha detto Barbara Mastroianni, figlia dell’interprete di Una giornata particolare, anche regista, con la sorella Chiara, d’un documentario sul genitore.

Quando, a un certo punto, è mancata l’illuminazione dei cameramen, intervenuti a seguire la funzione solenne, e poi andati via per trasmettere il servizio, l’atmosfera da soviet supremo si è densificata. Invano il primo cittadino prendeva la parola, per ricordare le due volte in cui conobbe Marcello: la sera era scesa e, con essa, l’insopportabile laudatio.

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