A Lucinasco i gatti votano per i cittadini

Diego David

«I diritti dei gatti che vivono nel paese come paradigma di riaffermazione dei diritti dei cittadini di Lucinasco». È uno degli slogan di Paolo Odello, 46 anni, scrittore, giornalista free-lance, già inviato nella ex Jugoslavia e oggi candidato sindaco del minuscolo e affascinante borgo dell’alta valle Impero, provincia di Imperia. Lo scrittore e inviato di guerra che ha scelto la pace tra gli ulivi come luogo in cui dimorare e lavorare per diventare primo cittadino di Lucinasco, dovrà vedersela con altri due avversari, Domenico Abbo (Lista Civica) e Carlo Siffredi (Novità e Tradizione).
Argomento «caldo» della campagna elettorale la sorte della colonia felina che alberga nei carruggi del villaggio, una trentina di mici finiti nel mirino del sindaco uscente Pietro Davigo che con una discussa ordinanza sindacale risalente ai primi di aprile aveva vietato alle «gattare» di nutrire i felini, dopo che un bambino e una signora erano stati colpiti da una forma di micosi. Ieri l’ordinanza è stata revocata, ma c’è voluta una sorta di «ribellione» degli animalisti, riuniti intorno alla lista di Odello «Lucinasco per la qualità della vita» , anche a seguito del ritrovamento di alcuni bocconi di cui cinque felini si erano cibati e che per uno si sono rivelati, purtroppo, fatali. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri della stazione di Borgomaro. Dice Odello che «l’ordinanza era contraria alla legge regionale del 2000 e dimostra soltanto il pressappochismo dell’amministrazione comunale. Se ci fosse stato un focolaio di infezione, invece di proibire genericamente di dare da mangiare ai gatti nel centro abitato, si sarebbe dovuti intervenire, come la legge prescrive, stipulando una convenzione con l’Asl o con un veterinario e trasportando gli animali nel centro specializzato di Sanremo come già avvenuto a Chiusavecchia, Sarola o a Pieve di Teco. Per questo chiediamo che intervenga la Comunità Montana». «L’ordinanza - rincara - ha avuto solo l’effetto di spingere qualche, diciamo, mente semplice del paese a distribuire bocconi. Mi domando cosa sarebbe potuto succedere nel caso in cui un bambino li avesse raccolti e ingoiati».
Domenico Abbo, candidato diessino a capo di una lista civica, minimizza: «Non sono d’accordo con la creazione di colonie feline, mi sembra assurda la moda di tenere in casa anche sette - otto gatti, è chiaro che poi possono sorgere problemi». Sabato alle 21 in Comune, si terrà un incontro tra i candidati e non mancheranno le polemiche. Alle recenti politiche il centrodestra ha prevalso con il 70 per cento dei consensi, ma Abbo si dice favorito.

Carlo Siffredi, espressione dell’attuale minoranza, per completare la lista ha dovuto chiedere «in prestito» proprio al rivale Abbo un’impiegata del suo ufficio di commercialista. Dice Abbo: «Non mi pare ci sia nulla di male, ho solo permesso che la lista del mio avversario fosse completa di tutti i nomi».

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