Cambio della legge elettorale all’ultimo minuto. Minacce di proteste massicce se si profileranno ipotesi di brogli. Dispetti e insulti tra i due candidati. Questo il clima che ha portato l’Ucraina al ballottaggio di oggi per la poltrona di presidente in Ucraina: la bella premier europeista Yulia Tymoshenko e l’ex primo ministro filo-russo, Victor Yanukovich, uscito con 10 punti di vantaggio dalla prima tornata elettorale il 17 gennaio scorso. La partita è tutta da giocare, perché il 13% dei voti presi dal terzo classificato, Sergey Tighipko, potrebbero spostarsi in gran parte sulla Lady di ferro ucraina. Al di là di chi vincerà alle urne, l’Ucraina è destinata ad anni di lotte intestine tra le fazioni economico-politico che la governano, a un accentramento quasi monopolistico del potere nelle mani del capo di Stato e ad un’altalena tra Europa e Russia che farà comodo anche all’Occidente.
Le previsioni sono di uno dei più noti giornalisti e analisti ucraini, Sergey Rudenko, autore di un recente best seller dal titolo “Tutti gli uomini di Yulia”. In prima fila nel 2004 durante la Rivoluzione arancione - che spodestò quello che, invece, oggi è il candidato favorito al ballottaggio di domani il filo-russo Victor Yanukovich - Rudenko parla oggi di quell’impegno come di “un errore di gioventù” e dalle urne non si aspetta cambiamenti reali. Che potrebbero arrivare “solo dalla società civile”.
Rudenko, che Ucraina sarà quella guidata da Yanukovich?
Andrà verso una presidenza plenipotenziaria. L’attesa riforma costituzionale potrebbe portare a un concentramento dei poteri nelle mani del capo di Stato del suo Partito delle Regioni: in Parlamento verrà creata una nuova maggioranza guidata dal partito di Yanukovich e anche il premier sarà uno di loro. Aumenterà l'influenza della Russia, ma sempre in modo da non disturbare gli oligarchi della zona orientale, da cui dipende il potere di Yanukovich.
E un'Ucraina retta dalla Tymoshenko?
Non sarà tanto differente: la Tymoshenko è un’autoritaria e in caso di vittoria anche da lei ci si aspettano misure per rafforzare i poteri del presidente e quelli del suo gruppo politico (e finanziario), il Blocco di Yulia. A differenza di Yanukovich farà di tutto per mantenere un equilibrio tra Europa e Russia. Difficile immaginarla senza potere, perché potrebbe diventare – come in passato – vittima di una vera e propria persecuzione giudiziaria. Quindi nessuna differenza anche per gli assetti geopolitici?
È un voto senza alcun valore geopolitico, altrimenti Usa e Russia se ne sarebbero interessate di più. Entrambi i candidati sembrano graditi a Mosca. Però penso che tutti e due tenteranno di creare rapporti buoni anche con l'Europa. Anche negli Usa si troverà una lingua comune con qualsiasi vincitore.
Entrambi i candidati non sono pronti a perdere, il Paese è destinato a una costante crisi politica?
Per almeno due o tre anni vivremo lotte durissime tra le due fazioni che oggi si contendono il potere. Non escludo che a breve si dovrà andare a elezioni presidenziali anticipate con la vittoria magari dell'altro candidato, Serghej Tighipko. Forse solo così finirebbe la lotta tra lotta tra il Partito delle Regioni e il Blocco di Yulia.
Un’eventuale vittoria di Yanukovich dimostrerebbe che la Rivoluzione è stata un bluff?
La Rivoluzione di arancione non era bluff. Un bluff sono diventatati i suoi leader. Purtroppo le speranze di quelli che erano a Maidan non sono stati realizzati.
Le richieste che erano state del movimento arancione oggi sono destinate a confluire in nuove formazioni?
Penso che in futuro il ruolo della società civile e delle organizzazioni pubbliche aumenterà. Sono loro l'unica realtà che potrà opporsi all’oligarchia, cosa che non potranno fare le forze politiche.
Il Paese continua a essere retto da clan economico-politici. Come potrebbe avvenire un ricambio della classe dirigente?
Prima di cinque anni non avremo reali cambiamenti.
È questo il tempo necessario per maturare una nuova classe dirigente. Neppure Tighipko, in cui molti vedono l’uomo nuovo della nostra politica è una speranza: viene dall’apparato dell’ex presidente Kuchma, sbaglia chi lo definisce un democratico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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