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Lui è in coma irreversibile Lei avrà un figlio col suo seme

Il primo passo è stato fatto. Il professor Severino Antinori, presidente dell’associazione mondiale di medicina della riproduzione, ha prelevato ieri pomeriggio il liquido seminale dell’uomo in coma irreversibile la cui moglie ha espresso il desiderio di avere un figlio dal marito nonostante il suo stato. Il prelievo è stato effettuato nel reparto di Rianimazione del policlinico San Matteo di Pavia, dove l’uomo, di Vigevano, poco meno di 40 anni, è ricoverato da un paio di settimane in condizioni disperate a causa di un tumore al cervello.
Antinori è subito tornato a Roma con il materiale prelevato, che verrà conservato a una temperatura di 197 gradi sotto zero nel suo centro di medicina della riproduzione. È qui che verrà effettuata anche la fecondazione assistita, anche se sui tempi il medico non ha certezze. «La faremo tra un mese, forse due», spiega appena rientrato da Pavia. «Dipende tutto dalla volontà della moglie». Si tratterebbe del primo caso in Italia di inseminazione artificiale con un genitore in coma. Ed è una vicenda destinata a suscitare polemiche, quando ancora non si sono smorzate quelle su Eluana Englaro. Anche il Vaticano ha espresso dissenso. Monsignor Rino Fisichella ha dichiarato che «un figlio deve essere sempre un atto d’amore, non un esperimento di laboratorio. Non credo che dobbiamo violentare la natura, se c’è una condizione che non lo consente». Mentre monsignor Elio Sgreccia, della Pontificia Accademia per la Vita, parla di «illecito grave, perché per un atto di procreazione, come dice anche la legge 40, ci vuole la manifestazione esplicita del consenso di entrambi i futuri genitori».
Ma il professor Antinori respinge ogni obiezione, anche quelle legali: «Ciò che sto facendo per me è perfettamente regolare», sottolinea. «Stiamo eseguendo l’ordinanza di un giudice». Il riferimento è alla disposizione del giudice tutelare, che ha delegato al padre dell’uomo in coma la facoltà di decidere. E quest’ultimo ha dato parere favorevole. La legge italiana infatti richiede per l’inseminazione in vitro il consenso di entrambi i coniugi. «Siamo davanti a un caso delicato e di grande sofferenza - conclude il professore - da cui però può scaturire una nuova vita». Antinori applicherà una nuova tecnica, da lui messa a punto, detta «Imsi», cioè Intra Cytoplasmatic Morphologically Selected Sperm Injection. Una metodica più efficace di quelle tradizionali, in quanto permette di selezionare gli spermatozoi migliori per la fecondazione.
La moglie dell’uomo in coma e la sua famiglia hanno deciso di accettare il contributo di Severino Antinori, che l’ha offerto gratuitamente, dopo che nei giorni scorsi erano arrivate anche l’autorizzazione del San Matteo al prelievo e la disponibilità a effettuarlo da parte del Centro di Crioconservazione dell’azienda ospedaliera di Padova. «Il professor Antinori ci offriva maggiori garanzie professionali e tecniche», spiega Claudio Diani, legale della famiglia. «I miei assistiti desiderano ringraziare il professore per la disponibilità e l’umanità dimostrate in questa situazione».
Il ginecologo romano inoltre garantiva tempi più brevi, visto che purtroppo le aspettative di vita del padre potenziale non sono lunghe. E che potrebbe concretizzarsi qualche altro ostacolo formale. In questo caso potrebbe essere necessario verificare, attraverso la testimonianza di parenti e amici, la volontà di avere un bambino espressa dal paziente prima di entrare in coma. Per ora ci sono le dichiarazioni della moglie, la quale sostiene che con il marito aveva parlato spesso di questo desiderio comune.
Se l’uomo dovesse morire prima della fecondazione, la legge prevede che il suo seme venga distrutto. L’inseminazione infatti è vietata, se uno dei genitori è deceduto. Ora che il prelievo è stato fatto però, la corsa contro il tempo è meno serrata.

Il seme del padre infatti potrebbe essere impiantato in un Paese in cui il procedimento è previsto dalla legge.

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