Dal viaggio in Sudamerica del 1927 al marzo 1936, anno della morte, Luigi Pirandello fu discretamente tenuto docchio dalla polizia politica fascista. Lazione delle spie, messe alle calcagne del drammaturgo da Benito Mussolini, raggiunse lapice nel 1934: fu quello lanno delle rimostranze di Pirandello per la proibizione, su ordine del dittatore fascista, delle repliche della Favola del figlio cambiato, e dellassegnazione del Nobel per la letteratura. Sono 13 le informative delle spie al servizio dellOvra che riguardano lo scrittore de Il fu Mattia Pascal custodite allArchivio Centrale dello Stato a Roma. Il professor Luigi Sedita, docente di letteratura italiana allUniversità di Roma Tre, ha studiato questo dossier poliziesco, di cui dà conto con il saggio Pirandello, lapolitico spiato che compare sul nuovo fascicolo della rivista Belfagor (Olschki editore). Le informative compilate dalle spie su Pirandello sono tutte ispirate al controllo della sua fede fascista attraverso le critiche al regime e i contatti con personaggi stranieri. La xenofobia fascista prendeva di mira lo scrittore siciliano qualificato come «esterofilo e disfattista»: per zelo antipirandelliano spicca il barone Attilio Dubois, il fiduciario dellOvra contrassegnato dal numero 189, il quale additava, ad esempio, presunte intese pirandelliane con registi cinematografici stranieri. A destare scandalo era il fatto che Pirandello avesse scritto il soggetto per il film Acciaio realizzato nel 1932 con la regia di Walter Ruttmann per la Cines diretta da Emilio Cecchi.
Tra gli spioni che controllavano Luigi Pirandello cera anche un commissario a riposo, Alfonso Addabbo (fiduciario della polizia politica con il numero 514), che nel 33, ad esempio, si appostò al ristorante Savini di Milano, a portata dorecchio, per ascoltare lo scrittore, senza il distintivo fascista, esprimere incaute critiche al film Camicia nera di Giovacchino Forzano. Lagitazione delle spie intorno a Pirandello raggiunse il culmine nel 34, in occasione delle rappresentazioni, fischiate e interrotte, per la Favola del figlio cambiato.
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