Paolo Scotti
da Roma
Il momento è storico. Una giovane cantante di nome Maria Callas, ancora goffa e ignota ai più, sta per fare il suo primo provino. Ecco: tutti trattengono il fiato. Il pianoforte attacca, lei apre la bocca, e... invece di Maria Callas, a cantare è Annalisa Raspagliosi. Ora: va bene che compito della fiction è divulgare e semplificare. Ma la Callas senza la voce della Callas è come Michelangelo senza la Cappella Sistina. Rischia di deludere proprio le legioni di «callasiani» più devoti.
Perché nelle scene di canto di Callas e Onassis: la fiction sugli scandalosi amori della mitica soprano per lirsuto armatore, domani e lunedì su Canale 5, la bella interprete Luisa Ranieri gorgheggia con la voce di unaltra, (la Raspagliosi, appunto) mentre sulle immagini del promo che pubblicizza la miniserie la voce è - inconfondibilmente - quella della divina Maria? «Perché lì la usiamo solo per pochi secondi - spiega Luca Bernabei, della produttrice Lux Vide - Mentre nel film avremmo dovuto pagare alla detentrice dei diritti, la Emi, cifre astronomiche». «E poi questa è finzione sulla Callas - argomenta il regista Giorgio Capitani -: diverso il volto, può differire anche la voce». «Più che ai melomani ci rivolgiamo ai tanti neofiti - aggiunge Matilde Bernabei -. E proprio per avvicinarli a quel mito».
Scelta legittima. Tanto più se si tiene conto che il periodo della sua vita astutamente scelto per raccontare la Callas è quello che meno ebbe a che fare con il canto (travolta dalla passione per il cinico Ari Onassis lingenua Maria sacrificò larte al dorato mondo del jet-set) mentre più abbonda di ciò che, allora, fece la gioia dei rotocalchi e oggi (presumibilmente) degli avidi di gossip: mondanità patinata, bei gioielli, splendidi abiti, feste, panfili, lusso. Materiale ideale per una fiction che, come dice Guido Barbieri di Mediaset, «racconta il glamour degli anni Cinquanta e Sessanta pur cercando - secondo le riflessioni di Capitani - dindagare sulla psicologia dellamore di coppia. Allinizio presi questa storia come un feuilleton. Poi vi ho trovato delle risonanze di passione, egoismo e generosità che appartengono a tutti».
Ecco allora lancor grassa Maria che sfuggita a unarida madre si fa proteggere dal paterno Meneghini (Augusto Zucchi) e lo sposa; dimagrita e celebre attira lattenzione del losco Onassis (Gerard Darmon), che pur sposato con Tina Livanos (Serena Autieri), lillude di poterle dare lamore che ancora non conosce. Maria pianta il marito e la musica, solo per assistere alla corte che Ari fa a Jackie Onassis (Anna Valle) e per trascinarsi in un crescente gorgo di mondanità e solitudine.
«Già conoscevo la Callas, adoro sentirla cantare, ho letto tutto su di lei e credo dessermene fatta unidea esatta - sentusiasma Luisa Ranieri -. A me interessava la donna, più della cantante. Guardandole gli occhi credo daver capito che, dietro la tigre, vi fosse in realtà una colomba». Dallesempio della Divina, lattrice (che nonostante la partecipazione a Rockpolitik dice di preferire la fiction al varietà: «Ho accettato linvito di Celentano solo perché sono una sua fan») pensa daver tratto lo sprone al perfezionismo: «Ti aiuta a imparare e a dare agli altri sempre il meglio». Ha combattuto per avere questo ruolo. E per lanciarlo: «Per questo ho criticato Mediaset per la messa in onda nello stesso periodo dello show di Celentano. Perché temevo di non poter partecipare alla presentazione stampa del film. Questo non è solo un ruolo terribilmente difficile; è anche il mio primo da protagonista».
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